Abbiamo così bisogno di ascoltare parole incoraggianti nella loro verità! Di lasciare gli occhi spaziare verso orizzonti di liberà! Un bruciante desiderio di sentire e assaporare il gusto di una vita che sia finalmente felice! Molti riescono ancora a festeggiare e fa bene trovarsi solidali a brindare dimenticando, tra botti, rumori e canti, timori e preoccupazioni. Non ci è stato detto infatti che del doman non v’è certezza? E sia. In una quotidianità precaria, bugiarda e intimidatoria, la rassegnazione ad un destino di inesorabile frustrazione non può essere la sola prospettiva sensata alla quale dare credibilità. Per quanto suoni una liturgia ripetitiva e stantia, all’appuntamento scandito dal calendario non si resiste, presi dal quasi innato desiderio che l’anno che inizia sia diverso e migliore di quello passato. Sperarlo non costa nulla, ed è esente da imposta. Anche rimanendo nel vago e senza essere precisi, forse mai come prima d’ora si mostra difficile scegliere cosa augurare per questo anno 2025 al suo esordio nelle cronache dell’umanità.
Si può far finta che dal 2020 non sia iniziato un countdown inarrestabile? E, ancora, possiamo ignorare quel che sta accadendo con pragmatica, meticolosa e perversa regolarità? Certo che si può fare, altrimenti sarebbe improbabile assistere alla bonaccia esistenziale che stagna su questo frangente di vigliacca contraffatta agitazione. Cosa augurarsi nel rito celebrato, ancora e sempre, in questi giorni di particolare carisma astrologico? So che vanno in ogni modo evitate ansia, collera e depressione, costellazione di stati d’animo improduttivi, anche se non nascondo il mio disagio nel cercare di liberarmi da alcune pesantezze invadenti che incupiscono il mio sguardo sul mondo. Le ombre della caverna platonica continuano ad essere replicate negli occhi dei prigionieri incatenati, in modo tecnologicamente avanzato ma uguali nella devastazione cognitiva ed emotiva prodotta da un’età del ferro ai suoi ultimi rigurgiti di malvagità.
Da giorni osservo il volo degli uccelli nel bel cielo dai bagliori turchini che mi sovrasta signore austero e, come un Àugur romano in vesti oracolari, provo a interpretare la volontà degli dei ignoti, nel caso uno o l’altro di loro, rimasti superstiti alla barbarie, abbia voglia di rivelare qualcosa sul futuro prossimo che ci attende. Imitando gli Àugures della latinità, ho spinto la mia osservazione un po’ ovunque, esaminando gli uccelli, le diverse specie, la direzione del loro volo, se volassero da soli o a stormo e anche prestando attenzione al tipo di versi che emettevano. Di questa stagione i miei appostamenti hanno ottenuto ben poco da studiare: qualche infreddolito passerotto, alcune tortore quasi tutte in coppia, una cornacchia gracchiante, una discussione mattutina tra merli, gabbiani eleganti e un pettirosso che si è posato fiducioso sul poggiolo della mia garçonnière. Per quanto mi avventurassi a interpretare, avrei solo formulato insensate fantasticherie. La frustrazione per un gioco affatto divertente avrebbe potuto indurmi a passare dalla parte degli Aruspici, la categoria di esperti preposta ad esaminare le viscere degli animali leggendo presagi tra cuori, fegati e trippe sanguinolenti, ma ho evitato rapidamente la tentazione.
Motivo di ilarità di cui farsi beffe per noi gente svezzata a razionalità cartesiana, presso molte civiltà antiche la divinazione era, al contrario, un’attività indefessa e costante, perché ogni iniziativa, tanto personale quanto inerente la sfera pubblica, si svolgeva sotto l’effetto degli Auspici. Vocabolo questo che deriva da auspicium o avispicium nel significato di osservazione degli uccelli, del loro volo e del loro canto: una pratica divinatoria con la quale si attribuiva importanza somma al volere degli dei. Stupisce non poco noi saputelli di scientifica idolatria scoprire che a Roma nessuna decisione riguardante lo Stato, in pace come in guerra, si prendeva senza essere prima ricorsi agli auspici. Parola di Cicerone, che non era propriamente uno stordito.
Àuguri, Auspici e i nostri attuali Augùri hanno origine linguistica dal verbo latino augere, con il significato di aumentare, incrementare, far crescere. Cosa? La conoscenza del futuro. Godere di presagi favorevoli era quanto di meglio si potesse sperare sia per chi li formulava sia per chi li riceveva. Perché accrescere la conoscenza interpretando i voleri degli dei era la condizione per agire nelle migliori intenzioni e con la confortante certezza di approdare al risultato desiderato. Pre-dire! Quanto sollievo si ricavava dal poter affermare qualcosa di divinamente certo, in anticipo sul suo reale accadere. Pre-sentire! Quanto entusiasmo o cautela potevano generarsi dall’avere percezione anticipata del verificarsi o meno di un evento e dal sapere cosa aspettarsi, accettando di buon grado un giorno infausto – nefas – o persino un periodo di accadimenti non gradevoli. Naturalmente, immagino che si incrociassero le dita o si ricorresse a qualche altro gesto scaramantico, quasi a forzare a proprio vantaggio la sentenza che sarebbe stata emessa dagli interpreti, desiderando che il vaticino portasse su qualcosa di bello e di favorevole di cui beneficiare. In ogni caso, qualunque fosse la natura dell’auspicio, esso andava accettato e rispettato: c’era una qualche riconosciuta oggettività che faceva considerare la divinazione del futuro come un’euristica utile al vivere conformemente ai voleri celesti. L’augùrio era una cerimonia che permeava il vissuto. E la pratica continua, seppur taroccata da noi iconoclasti del volare naturale e poetico.
Recidivi ad una salutare elevazione dell’anima oltre gli angusti confini delle nostre abitudini, proviamo ad indagare su cosa sia più utile e salutare al momento presente augurare in questo Capodanno. Se dall’osservazione degli uccelli non sembra venire alcun indizio significativo, resta la possibilità di volgere lo sguardo ai segni che raccontano di un percorso tracciato e diretto verso il compimento di un Piano iniziato tempo fa e al quale è stata impressa una vertiginosa accelerazione. Il fatto è che tali segnali non sono evidenti per tutti, dato che la chiave d’accesso al loro discernimento e interpretazione risiede in un livello di consapevolezza di sé che preveda, al contempo e in un salutare equilibrio, sia l’atteggiamento di sereno scetticismo sia l’apertura spirituale alla fede. In sé, nulla di complicato né di religioso. Lo scettico genuino ha l’anima del ricercatore che indaga con la sua dichiarata fede nella perfezione della Natura umana, facendo leva sulla fiducia in se stesso e appoggiandosi ai pilasti della Verità, della Libertà e della Felicità. Augùri che abbiano un qualche spessore e che facciano oltrepassare la scontata banalità possono partire proprio da qui.
Ritengo che la lista non abbia necessità di essere particolarmente lunga. Conviene preferibilmente che converga sulla densità dei contenuti. Anzi, meglio se le concentrazione va energeticamente su poche cose essenziali. Personalmente propongo di auguraci reciprocamente innanzitutto di pervenire alla consapevolezza della nostra Natura spirituale e della nostra unità con la Mente universale che la Sostanza di tutte le cose. A parer mio, sarebbe questo l’avvio di un processo che ci inoltra nel mondo dell’armonia e della felicità, intesi come stati di coscienza che non dipendono dal possesso di cose. Una volta lì, ambientati in una dimensione dell’essere e del divenire a cui siamo poco avvezzi, diventerebbe quasi intuitivo comprendere che il cambiamento del mondo malato comporta la salda convinzione di non aver altro paziente che se stessi. Da questo stato di conquistato esigente benessere, si raffina l’olfatto e siamo avvertiti di quanto siano maleodoranti e fuorvianti i progetti denarocentrici, ancora incapaci di una lucida distinzione tra i fini e i mezzi, tra ciò che distingue l’azione muscolare dall’impegno ad elevare il proprio livello vibrazionale. In tal modo si smette finalmente di alimentare la frustrazione da inconcludenza nell’affidare a miracolistiche soluzioni esterne e materiali l’illusione di saperci redimere dalla situazione disumana in cui versiamo.
Auguriamoci con cuore traboccante di pervenire alla scoperta della verità che sfata la maldestra lusinga dei progetti costruiti su illusioni divoratrici di energie perché centrati sull’esterno, il mondo degli effetti. Che gran giorno quando ci persuaderemo che Tutto il potere proviene dall’interno! Sarà il momento epifanico, con il disvelamento alla coscienza della risposta alla domanda cruciale: Chi siamo noi, veramente? Coraggio, osiamo farci vaticinatori di noi stessi! Auspichiamo quanto più possibile la gioia di sperimentare la via della contemplazione e salutiamo quel non-agire supremo che esalta la potenza divina del pensiero e la sua legge. Sarà di infinita gratificazione apprendere che esso si identifica con il suo oggetto e trasporta nel mondo materiale la corrispondenza della cosa creata o prodotta modo interno. La cura di uno stato d’animo rilassato e di pace interiore sarà l’anticamera che apre la porta dell’esultanza per la ritrovata bellezza che riluce nella natura e in ogni arte in cui rispende l’ingegno umano. Vogliamo tornare ad essere avvolti dal Bene e da tutto ciò che celebra la vita alla sua dignità.
Dare risalto a queste condizioni interiori e auspicarne la loro operante presenza nelle coscienze farà risultare stridente il confronto con la drammaticità che ci circonda. Palese lo scenario di un degrado avvilente di civiltà, figlio dell’aver spinto l’esistenza così contro natura da essere ai conati finali che precedono la capitolazione. Chi sa vedere dentro e oltre le ammalianti apparenze massmediatiche sente i rantoli del nuovo ordine mondiale agonizzante. Malgrado l’esasperata corsa alla digitalizzazione dell’esistenza, la follia del controllo globale imploderà nella sua stessa farneticazione. Per quanto ci si industri a camuffarne le fattezze disgustose, il re è nudo e non ci sarà modo di trovare abiti sartoriali adeguati a rendere meno vergognosa la detronizzazione. I Pochi stanno per sferrare il colpo fatale a lungo preparato ma ormai non c’è modo di avvantaggiarsi della sorpresa. In una trasversalità di improbabile identificazione precisa, si è andato formando e rafforzando in questi ultimi anni il fronte dei Patrioti evoluti. Persone di varia estrazione che hanno smascherato la perversione del progettato nuovo ordine mondiale, hanno decretato l’esaurimento dei vecchi modelli di reazione e di cambiamento e agiscono in modalità inedita. La loro unica arma è la consapevolezza della loro Natura spirituale e della loro unità con la Mente universale che è la Sostanza di tutte le cose. Essi pensano il Bene e coltivano la certezza che tutto il potere proviene dall’interno.
È possibile che già in questo 2025 si verifichi l’ultimo assedio, o quanto meno una prova generale dopo l’incerto e incompleto esito dell’ologramma pandemico. Potrebbe essere buona cosa Prepararsi all’impatto! Quali i presagi? Come interpretare le narrazioni accuratamente studiate degli eventi geopolitici e quali effetti si intendono provocare nei sudditi teleutenti? Quali sembrano essere i segnali che il cammino verso la soluzione finale è quasi completato? Pur nella manipolazione radioattiva che non trova nessuno totalmente immune alla sua forza destabilizzante, oso tratteggiare qualche ipotesi a partire dall’alterazione percettiva. Si tratta dell’operazione più sottilmente perfida in atto da anni, testata a impatto planetario con l’emergenza sanitaria montata nel 2020. È la condizione senza la quale non sarebbe possibile far accettare colossali menzogne a miliardi di persone e portarle a reagire in modo docile alle indicazioni delle istituzioni politiche, economiche e sanitarie. Una volta riusciti a distorcere la naturale capacità percettiva di un essere umano, imbevendola di allucinogeni pubblicitari massmediatici, ossessivamente insistiti, si riesce nella persuasione ad accettare positivamente tutto ciò di cui ci si vuole convincere. È una dinamica che opera impercettibilmente, secondo il modello ispiratore di Goebbels, a tutt’oggi insuperato maestro nell’arte di manipolare i sentimenti e le volontà di intere nazioni. Beh, ritengo che il primo, quasi doveroso augurio reciproco, stia proprio nell’accorgerci di questa rete invisibile che si fa a maglie sempre più fitte per imbrigliare e convogliare gli ignari telespettatori verso i mattatoi dell’omologazione in insignificanti identità digitali. Per sopprimerle, avendone persino ottenuto il consenso.
Auguriamoci di accorgerci di quel che è in corso a nostra insaputa! Basta osservare con un poco di attenzione per capire di essere all’interno di un grande test volto a fornire dati riguardo a quanta stupidità le persone sanno inghiottire supinamente. Un esercizio istruttivo al riguardo consiste nel prendersi il tempo di leggere i 17 punti dell’Agenda ONU 2030 e i 169 rispettivi obiettivi sui quali si spalma l’eden destinato all’umanità – che sarà completo tra 6 anni – per accertarsi della sodomizzazione architettata con tanta astuzia. Si troverà lì l’esempio preciso di cosa sia l’alterazione percettiva indotta: illudere e stordire dichiarando di prodigarsi con un programma strabiliante per il futuro paradisiaco dell’umanità a breve e operare, nel frattempo, nella direzione esattamente opposta. I segni ci sono in abbondanza, ma dipende dagli occhi in grado di vederli e noto che sono molto diffusi i disturbi alle cateratte.
Cosa attendersi di ulteriormente minaccioso all’integrità dei Tanti in questo nuovo anno? L’accelerazione impressa dal sinedrio del nuovo ordine mondiale è un segnale chiaro che siamo all’epilogo. Dai lunghi anni di paziente semina ci si attende il tanto agognato raccolto. I tavoli sono truccati e continuare a giocare nel casinò dei Pochi significa consegnarci al destino preparato per noi: Non avrai nulla e sarai felice! È già stata decisa la nostra felicità. Senza consultarci. La democrazia è una parola vuota. Le carte costituzionali esautorate, la certezza del diritto piagata all’arbitrio di chi lo gestisce, l’informazione a stretto monopolio di pochi trust. Funziona così. Il credo massonico pubblicato nel 1962 è stato il nuovo decalogo a trazione massonico-sionista che ci ha portato qui.
Per quanto si avanzi a marce forzate, c’è ancora un po’ di tempo per accorgerci che la corruzione ad ogni livello è molto più profonda di quanto si possa immaginare e che non è prudente riporre speranze di salvezza in qualcuna delle istituzioni di garanzia. L’infiltrazione massonica è stata pianificata e attuata con scrupolo e i muratori attendono gli ordini dei venerabili maestri, mossi a loro volta dai pupari di rango che siedono nell’Olimpo fianziario, per compiere il loro dovere di silenziosi e spietati boia. La videosorveglianza cresce asfissiante nottetempo, facendo di città e paesi territori di occupazione del Big Brother: bisogna verificare la tua protezione affinché non ti accada nulla. Tutto ha come motivazione la sicurezza, la sostenibilità, la salute, la qualità dei servizi. Se è vero che l’omissione è la bugia più potente, allora basterebbe chiedersi perché non si accenna al dramma in cui versa l’economia mondiale, fagocitata dalla banche centrali impantanate in derivati e titoli tossici che esasperano la povertà ad ogni latitudine. E si investe per andare a colonizzare Marte. A chi interessa? Perché? Si sottraggono, ovunque e senza pudore, risorse alla sanità, all’istruzione, alla cultura: per quale motivo? Forse perché è in previsione il depopolamento che rende inutile investire negli ospedali? Saranno quindi più utili i templi crematori. E i sopravvissuti agli inceneritori saranno degli analfabeti, rimbecilliti nell’elettromagnetismo, entità plasmate a tecnologia mRNA, senza memoria, prive di volontà, unite appassionatamente nell’applauso ai pastori generosi che tanto sono stati benevoli nel renderli felici, privandoli di ogni dignità. C’è ancora un po’ di tempo, per quanto non credo sia proprio tanto, per scegliere tra la pillola blu e quella rossa, per chi ricorda la scena del famoso film: È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più. Stare o tentare di uscire dalla matrix.
Auguriamoci di rimanere svegli, perché assopirsi ora farà mancare l’appuntamento con la speciazione che sta prendendo consistenza. L’homo sapiens si è estinto da quando una specie generata e cresciuta in laboratorio ha preso il sopravvento. Siamo nell’era dominata in gran parte dall’homo televisivus, esemplare cognitivamente semi o totalmente disconnesso, emotivamente prosciugato e manipolato, fisicamente malato o debole. La sua condizione è quella della dipendenza e della sudditanza, tenuto accuratamente lontano da ogni accesso alla coscienza di sé e della sua natura divina. Contrariamente alle attese, non è però questo lo stadio evolutivo definitivo. Nel gruppo dei Patrioti evoluti si è sviluppata e si coltiva con cura una meravigliosa consapevolezza: dal concepimento della coscienza felice si arriverà al parto degli Esseri aurei. Non sarà cosa immediata ma merita di essere presa in considerazione.
Ho messo il mio augurio nel libro appena pubblicato. Un libro per Tutti e per Nessuno. Che racconta di un dàimon strano, che avrebbe a che fare con una certa qual felicità, emersa assurdamente a partire da quell’anno 2020 così drammatico. Un percorso intrigante su questo e su molto altro. Se sei tra i Tutti ai quali queste pagine sono offerte, lo scoprirai dopo averlo letto. O strada facendo. Sì, perché, una volta in fondo, spetterà a te scrivere la conclusione. La tua. Potrebbe anche accadere che Nessuno arrivi alla fine di questo viaggio tra riflessioni ed emozioni, talvolta impegnative, improvvise e scioccanti, politicamente scorrette su quel che è accaduto e sta accadendo. Troverai tante domande e alcuni tentativi di risposta, dal punto di vista di un filosofo che ricorda il monito di Socrate: una vita senza ricerca non merita di essere vissuta. È un libro che potrebbe servire come bozza di manuale d’uso per gli amici del dàimon, quelli della speciazione, i Patrioti evoluti, ormai in cammino sul sentiero della Verità, della Libertà, della Felicità. Quelli che si sostengono con il coraggio e le fiducia in se stessi, sapendo di meritare la felicità qui e ora. Quelli che si stanno preparando all’impatto. Che andranno oltre le macerie. Quelli che hanno una storia stupenda da raccontare sugli Esseri aurei. Sarebbe bello avere una mappa precisa, ma anche qualche schizzo può aiutare ad orientarsi.
La mia esperienza oracolare di Àugur è stata fallimentare e non so dire quali presagi mi stessero rivelando gli uccelli che ho osservato. Non ho però sprecato il mio tempo perché alzare lo sguardo verso il cielo è stata un’esperienza comunque importante. Il sole, la luna e le stelle sono permanente motivo di ispirazione. Ci si rafforza nell’umiltà di riconoscersi canne fragili, facili da spezzare. Un niente può abbatterci e saperlo rende ancora più elevato il livello vibrazionale alla frequenza dell’amore incondizionato. Qualunque cosa accada in questo anno 2025, auguriamoci di convergere in alto. Diamoci appuntamento nel Sole. Forse riuscirà a noi l’alchimia mai ottenuta di trasformare il ferro dei nostri Ego nell’oro brillante di un Noi radioso.