La risposta da manuale delle Repubbliche democratiche sarebbe … “Ovvio, gli Italiani, il Sovrano”! I Cittadini che compongono lo Stato hanno eletto i loro rappresentanti al Senato e alla Camera affinché, oltre a votare leggi giuste negli interessi del bene comune e della pacifica e prospera convivenza, siano un esempio nella testimonianza delle virtù etiche e civili, fondamento di una società civile.
Risposta errata! Anzi, persino tragicamente ridicola. Siamo testimoni da tempo, e in questi ultimi due anni in modo ai più disgustosamente evidente, di quanto sia profonda la frattura tra il Popolo sovrano e un Parlamento che sempre meno si prende cura della sua missione cardine nel nostro ordinamento costituzionale. Il sospetto (per altro ben sostenuto da fatti verificabili) è che la quasi totalità di queste persone non abbia la competenza legislativa richiesta ma segga a Roma con il semplice ruolo di esecutori delle volontà e degli umori dei segretari di partito che li hanno assoldati in vassallaggio. Quindi, no. Lo possiamo escludere con certezza: in Italia in questo momento non comanda il Parlamento.
Vedete, per i Francesi sarebbe più facile rispondere riguardo a chi comanda da loro: in una Repubblica presidenziale, seppur in un quadro costituzionale, comanda il Presidente. E allora, ai cugini d’oltralpe gli ordini li impartisce il Presidente Macron. Il fatto è che la cosa è solo apparentemente rassicurante, perché dietro si cela un’inquietante ipotesi psichiatrica. Mi spiego: essere certi di chi regna non è automaticamente una consolazione perché bisogna conoscere anche la condizione della salute in cui versa il Capo, quella mentale in modo particolare. E quella del Supremo francese non pare essere delle migliori. Prima di tornare alla nostra domanda iniziale riguardo al nostro Paese mi si deve concedere a questo punto una digressione in terra gallica e sarà così più facile capire nel prosieguo di questo articolo a quali sorprese possono portare domande “vere”.
Il Prof. Adriano Segatori, Psichiatra e Perito giudiziario dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, ha esposto la sua professionalità tracciando pubblicamente il profilo del Presidente francese, pervenendo alla conclusione che Monsieur Emmanuel Macron è psicopatico. Intendiamoci, non si tratta di un’offesa né un insulto: è solo la conclusione di una perizia condotta secondo i canoni della psichiatria. Studiando la biografia ufficiale, che ripercorre l’abuso sessuale dall’adolescente Emmanuel subito da Brigitte, sua trentenne istitutrice, il problema di pedofilia messo a tacere nella sua ricca famiglia e il matrimonio riparatore, si ha già materiale importante per lo studio. Analizzando inoltre i numerosi video dei suoi interventi, il prof. Segatori non sembra avere dubbi sul preoccupante stato clinico di tanto potente paziente, essendo ai suoi occhi evidenti i tre paradigmi che dominano una certa struttura di personalità psicopatica: non riconoscere limiti, senso di onnipotenza e narcisismo maligno.
La perizia individua anche i tratti del fascino superficiale quanto inaffidabile di questa personalità, connesso ad una dipendenza dalla ammirazione degli altri che mal cela il senso invece evidente di inferiorità. Le numerose crisi isteriche manifesterebbero inoltre il suo inconscio moto di disprezzo per quanti non provengono dalla sua stessa classe sociale. L’acuto narcisismo a braccetto con l’ambizione sfrenata fanno che Monsieur Macron abbia una grandissima idea di sé e uno smisurato amore per se stesso. Della Francia in fondo non gliene importa molto, ma non sembra che il rimorso di qualcosa lo riguardi. Un disturbo ben integrato, certo, ma che non nasconde abbastanza la sua fragile identità. Se ne conclude che questo signore è pericoloso. Come da considerare certamente pericolosi sono gli psicopatici di cui si è occupata la psichiatra Nancy McWilliam constatando come, una volta ben organizzati e gestiti, persone con profilo psicopatico sono arrivate (e possono arrivare ancora) ai vertici dell’Amministrazione americana o, comunque, a importanti poltrone politiche, economiche e finanziarie. Qualcuno ha osservato che se i serial killer distruggono le famiglie, gli psicopatici devastano le società e le nazioni.
Ma torniamo al di qua dalle Alpi. Allora, Chi comanda in Italia?
Avendo escluso il Parlamento, andiamo naturalmente a imbatterci nel Governo. D’altro canto, è appunto a questa istituzione che la Costituzione assegna il Potere Esecutivo. E, come dice la parola, si tratta di eseguire, avendone ricevuta facoltà dal Parlamento, le leggi e le disposizioni che perseguono i fini immediati dello Stato. Quindi, quel gruppo di circa 40 persone, costituito da Ministri e Sottosegretari guidati dal Presidente del Consiglio, svolgendo un’attività concreta ed effettiva potrebbe essere la risposta alla nostra domanda? Forse, ma non precipitiamo le conclusioni prima di avere condotto un’esplorazione più ampia che non lasci nulla di intentato nella nostra ricerca. Mi si conceda di sospendere al momento il giudizio.
Proseguendo nell’indagine ci imbattiamo nella Magistratura. Non mi viene in mente nulla che la possa far ritenere la detentrice dello scettro del comando. Ben inteso, non che non abbia esercitato un qualche potere, anche nel passato recente della nostra storia patria, entrando talvolta in modo pesante nel vissuto politico e sociale del Paese, ma affermare che siano le toghe a dare ordini mi pare davvero improbabile. E lo è ancor di più se si osserva il profilo mantenuto dal Potere giudiziario, anche questo per altro statuito dalla nostra Carta costituzionale, in questi lunghi mesi di emergenza sanitaria da ologramma pandemico. Timidissimi interventi in un assordante silenzio, malgrado numerosi oltraggi giuridici reiterati e nonostante i tanti esposti depositati dai cittadini. No, non possono essere i tribunali a comandare in Italia in questo momento. E sulla Magistratura contabile, la famigerata Corte dei Conti, stendiamo un velo pietoso.
Per esaurire i poteri costituzionali dello Sato, ci manca proprio il suo capo, ovvero il Presidente della Repubblica. E qui, se si trattasse di giocare a acqua e fuoco, si potrebbe dire… fuocherello. Già, perché è lui che firma ciò che va a obbligare milioni di cittadini in ciò che devono o non devono fare. E di questi tempi, se possono e dove possono respirare, se hanno facoltà legale di stringersi le mani o di far due chiacchiere in un bar, tanto per essere banali e non andare in aspetti più impegnativi della convivenza umana e sociale di un Paese dal retaggio culturale e civile unico al mondo. Dunque, è l’attuale inquilino del Quirinale che impartisce gli ordini. Direi d’istinto, ni. Sembra che ormai firmi qualunque cosa, senza andar troppo per il sottile se quella dove appone il suo prestigioso nome e cognome è giuridicamente carta straccia (come nel caso degli sconsiderati DPCM) ma, indubbiamente, quel che poi finisce da lui alla Gazzetta Ufficiale è norma prescrittiva di comportamenti e limite a modi di agire, impedimenti per i cittadini. Quindi, effettivamente, quando ratifica i decreti (ormai di Leggi in Parlamento non se ne fatto più da tempo) questo signore esercita un effettivo potere e comanda. Parrebbe convincente questa disamina, ma confesso di non essere totalmente persuaso che ci dobbiamo fermare qui, avendo trovato la risposta alla nostra domanda iniziale. Mi riservo di tornarci sopra dopo aver attraversato due passaggi obbligatori.
Il primo di questi è dato dal chiarire cosa significa comandare. Ebbene, per non farci trarre in inganno da pregiudizi, atteniamoci all’affidabile dizionario Treccani. Si legge che “ha il significato di affidare, raccomandare, ordinare, imporre di fare una cosa”. Esplorando, si rileva che questo verbo esprime il “modo con cui i militari rispondono alla chiamata di un superiore”. Insomma, designa il “dirigere, governare, esercitare il comando” e anche “avere la massima autorità su qualcosa”. E, perché no: dominare.
Quindi, chiedere Chi comanda in Italia equivale a cercare di individuare Colui o Coloro che sono nella posizione di impartire ordini espressi in norme contenute in Decreti. Questi fantocci giuridici che neppure assomigliano pallidamente in dignità ad una vera Legge emanata da un vero Parlamento costituito da vere Persone, obbligano tuttavia a comportamenti precisi non attenendosi ai quali si viene sanzionati dall’autorità di polizia locale o prefettizia prima e, con rinvio a giudizio, eventualmente, da quella giudiziaria. Una volta sulla Gazzetta Ufficiale, sessanta milioni di persone devono sottostare alle imposizioni elencate e regolare la loro esistenza su quanto Qualcuno ha deciso che così deve farsi. La ragion d’essere di una legge è nella sua Ratio. Mi spiego: si chiama Ratio Legis il motivo chiaro e dichiarato che ha portato il Legislatore a emanare quella norma. Perché tutto un intero Paese che essere costretto a fare questa cosa o a non poter fare quest’altra? Un Legislatore illuminato oltre che competente trema davanti alla responsabilità di dovere prendere delle decisioni che riguardano la libertà e la vita dei suoi concittadini che sono soprattutto Esseri Umani con diritti naturali e inalienabili prima ancora delle tutele costituzionali. Nella mia visione della Politica, la Ratio ultima di ogni atto legislativo è la Felicità di tutti i cittadini, dei quali si desidera e si persegue il bene individuale e collettivo. Invece si gioca da mesi al DPCM più irrazionale (ovvero senza Ratio) insulsamente privo del minimo rispetto per quanto si determina nella vita delle persone pericolosamente in balia di…. Vedremo.
Quindi, abbiamo chiarito che comandare è una faccenda delicatissima che, se esercitata senza senso etico, competenza e razionalità, provoca danni enormi nelle coscienze e nel tessuto sociale. Il comando esercitato irresponsabilmente da individui che ricoprono cariche di autorità pur senza averne l’umana, politica e virtuosa competenza non è altro che una tirannide sotto mentite spoglie.
Il secondo passaggio al quale non possiamo sottrarci è prenderci il tempo di passare in rassegna altri possibili Comandanti nell’Italia dell’ologramma pandemico o forse già da prima. Vediamo. Chi potrebbe tenere il timone del vascello Italia? Escludiamo le Parti sociali: realtà ormai scialbe rispetto ad un passato con veri attributi, in stagioni in cui gli autunni contrattuali erano caldi, neanche meritano una parola in più. Che dire della Criminalità organizzata? Le cosche hanno subito perdite negli ultimi decenni e non sparano più le lupare delle faide quotidiane: da tempo niente autostrade che saltano in aria, niente dissoluzioni nell’acido, niente boss di spicco. I maxiprocessi sono archiviati e tutto sembra in buona armonia tra Stato e Mafia: se sia una pace comprata e a quale prezzo non mi è dato di sapere. In ogni caso, non mi sento di attribuire a uomini d’onore il mio fastidio per le imposizioni che da mesi devo subire nel mio Paese. No, non so se le famiglie si siano convertite alle buone maniere o se i loro traffici sono innocui da non destare preoccupazione, ma, seppur in passato hanno di sicuro condizionato la nostra vita, oggi non sono loro sul pulpito del comando.
E se l’orchestra fosse diretta dalla Massoneria? Potrebbe essere, dato che in passato sembra che quella famosa Loggia P2 riunisse una crème di arrivisti che miravano alle stanze dei bottoni. Non si seppero i nomi di tutti ma qualcuno arrivò in vetta, altri si accontentarono dei bottoncini, ma – si sa – non c’è posto per tutti. Sfoggiando dentature smaglianti, qualcuno ammaliò molti italiani, altri non arrivarono a tanto, tuttavia i muratori con squadra e compasso qualche ordine loro lo fecero impartire ai birilli di turno. Mah, certo anche oggi queste società segrete, ma non ufficialmente, sanno tessere le loro trame per i loro occulti o palesi interessi, tra un’iniziazione e l’altra. Sono loro a redigere i dispacci giornalieri per gli Italiani? Non lo credo. Hanno sicuramente piazzato molti dei loro nelle Istituzioni e ne sorreggono l’operato suggerendo loro il da farsi, tuttavia quelle nostrane non sono abbastanza forti da agire eventualmente in autonomia. Continuiamo la nostra ricerca.
Non scordiamo il Papa! Forse non personalmente, ma il suo segretario di stato è uomo di notevole influenza qui e altrove. Diciamo allora, più cumulativamente, il Vaticano. Si sa che in un passato neanche troppo lontano i Governi repubblicani avevano un certo ossequio nei confronti del soglio di Pietro. D’altra parte, non cantiamo forse che “schiava di Roma Iddio la creò”? Anche se è tempo di farla finita con questa riverenza da servi a una banda di intriganti miscredenti casti, poveri e obbedienti che nulla hanno da spartire con il divino profeta di Nazareth, non sono persuaso che nei precetti insensati imposti agli Italiani di questi tempi ci sia lo zampino dei porporati. Hanno influito e influiscono ancora dirigendo le anime di qualche pupillo apparentemente cattolico da ben piazzare, ma fa parte della realpolitik. No, con due papi in diatriba di là dal Tevere, i cardinali non sono in posizione di forza per dare ordini. Non escluderei che forse ingoiano amaro la loro marginalità anche se cercano di nasconderlo bene, ma il cattolicesimo italiano è al capolinea. C’è chi plaude, ma anche che chi teme per le urne il prossimo anno.
Allora? Chi altro scomodare? I segretari di partito? Beh, non mancano certo di potere e di seguito. I loro ordini riguardano però soprattutto i loro alza palette. Sulla cricca dei loro accoliti portati al Senato e alla Camera o promossi Governatori di regione, Podestà di provincia o Sindaci di comuni hanno quasi potere di vita o di morte: sono i loro scudieri cui, tramite i capigruppo, passano le consegne di voto. Il debito degli yes men (comprese le women) nei loro confronti è tale che non possono sottrarsi al ricatto al quale hanno accettato di sottostare. Anche se qualcuno incappa in un rigurgito di coscienza per aver venduto l’anima, il gruppo è in sostanza compatto con il proprio despota. Sì, qualcosa comandano certo in Italia: tramite loro infatti, in qualche modo, danno ordini agli italiani perché impartiscono disposizioni per avvalorare le follie governative. Sì, indubbiamente, i segretari di partito, di qualsivoglia colore, in una sorta di complicità trasversale, ipnotica per qualcuno, calcolata per altri, sono in concorso di colpa quanto agli ordini emanati affinché il Sovrano obbedisca senza troppo discutere. Sono dei Capi con grande carisma sui deboli i deboli, codardi con i potenti più di loro che sono stati imposti al loro obbligato gradimento.
E le varie Lobby? Qui molto ci sfugge. Bisognerebbe essere in confidenza con qualche bene informato per sapere quanto peso reale hanno a livello decisionale. Di certo, e non solo oggi, in ogni democrazia ci sono gruppi di persone in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi della pubblica amministrazione. Anche da noi ci sono state e ci sono: sarà sufficiente pensare agli amici degli amici che si sono accaparrati settori strategici nazionali con privatizzazioni ottenute da governi compiacenti. Fanno di certo sentire il loro alito anche di questi tempi, fiutando possibilità di appalti e di affari a tanti zeri: gli sciacalli ci sguazzano nelle emergenze. Tra quelle di livello non inserirei tuttavia tra la crème dei Comandanti di questo momento se non la sola Lobby farmaceutica. Forse anche quella tecnologica.
Non saprei chi è rimasto fuori. Ah, i medici. No, non i signori di Firenze, che pur di ordini ne hanno impartiti a suo tempo ai toscani loro sudditi. Intendo i medici, soprattutto i virologi, categoria affermatasi come nessun’altra negli ultimi due anni. In particolare poi, i medici televisivi. Comandano? Probabilmente sì, uscendo dal proprio solco di competenti o presunti tali alcuni di questi medici hanno impartito ordini, anche pressanti, scomposti oltre che inopportuni, su prassi mediche che i cittadini dovevano seguire. Si sa, le persone tendono ancora ad attribuire molto rispetto al medico, anche alcuni dei signori in camice davanti alle telecamere hanno palesato la loro poca autorevolezza umana oltre che scientifica. Diciamo che hanno cercato di… comandicchiare, mostrando a volte i loro ego voluminosi, alla ricerca di audience o gongolandosi nell’essere parte di un Comitato Tecnico Scientifico che istruiva e consigliava il Ministro della Sanità.
A questo riguardo, mi viene a memoria di aver letto in un DPCM il rimando ad una fantomatica Cabina di regia. Cos’è? Non ho trovato l’identità di questa Istituzione che appare orfana di letteratura giuridica e istituzionale sulla sua origine e sulla sua funzione. La parola “regia” evoca certamente un ruolo di comando, dal quale si grida… ciak, si gira. È in questa circolo che l’intellighenzia elaborava i colori delle zone, aggiustava i dati dei contagi e dei decessi, suggeriva cosa scrivere sul gobbo per il birillo del governo che doveva annunciare il verbo al popolo bue davanti alle telecamere? Probabilmente sì. Allora anche questi sono generali con ruoli di comando anche importanti a supporto dello stato maggiore di un esercito politico scarsamente dotato di competenza tecnica e addirittura nullo tatticamente.
Potremmo mai ignorare il Quarto Potere? Sono i media a comandare oggi in Italia? A parer mio, no. I mezzi di comunicazione e, in primis, le emittenti televisive hanno svolto e continuano a svolgere la funzione di esecutori: trasmettono i dispacci che vengono portati sul tavolo ai direttori di rete e ai capi redattori. Portati da chi? Da coloro che tengono il copione di tutta la sceneggiata. Se nella graduatoria mondiale tesa a stabilire il livello di libertà di stampa l’Italia figura al 41° posto, ultima in Europa, non è pensabile un’autonomia di potere dei Media di casa nostra. Sono solo degli amplificatori che gridano quanto più unanimemente riescono il loro asservimento ai padroni di turno, siano essi privati o personalità delle Istituzioni dello Stato. No, il giornalismo italiano è al guinzaglio del business della pubblicità e probabilmente si scoprirà che ci sono un buon gruppo di venduti che soggiogano una maggioranza di timorosi di perdere il posto.
C’è infine una categoria di comandanti che è poco appariscente ma che, al contrario, ha un notevole peso nella stanza dei bottoni. Nelle mie letture ho trovato chi, non senza acume, osservò già più di un secolo fa la presenza nelle organizzazioni statali di una casta a cui non si pensa: “La progressiva limitazione delle libertà si presenta in tutti i paesi sotto una forma speciale: la creazione di innumerevoli misure legislative, tutte sempre restrittive, fa per forza aumentare il numero, il potere e l’influenza dei funzionari incaricati di applicarle. Tendono perciò a diventare poco per volta i veri padroni delle nazioni civili. Nell’incessante andirivieni dei governi la casta amministrativa è la sola che vi sfugga, la sola che conserva irresponsabilità, impersonalità e perpetuità. Orbene, fra tutti i dispotismi non ve n’è nessuno più pesante di quello che si presenta sotto questa triplice forma”. Sono questi a comandare l’Italia oggi? Anche in questo caso dobbiamo convenire che è certamente possibile che ci siano funzionari non appariscenti che da dietro le quinte mettono le mani sulla console del sonoro e delle luci. Però no, stanno giù qualche gradino.
Non so se mi è sfuggito qualcuno. Abbiamo raccolto molti indizi, ma non mi pare che risulti chiara la risposta alla domanda iniziale: Chi comanda in questo momento in Italia? Possiamo escludere che ci sia una sola persona al vertice. No, da noi no. Ma neppure tante. Non teniamo in alcun conto qui i capitani di brigata o i caporali che danno ordini a chi pulisce le latrine. A noi interessa sapere Chi è in grado di condizionare normativamente la vita di sessanta milioni di cittadini. Non può che essere un’oligarchia. Di quante persone è composta? Difficile dire, per quanto al tavolo delle decisioni ultime debbano essere non tanti, in ogni caso uniti da un qualche comune interesse forte se portato avanti da mesi con una uniformità in grado di reggere tanto. In questo momento, il Club dei Comandanti dovrebbe essere costituito dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio, da qualche Ministro, dai Segretari dei Partiti e da qualche Lobbista ombra. Pochi, insomma.
Un’altra domanda ci induce tuttavia ad allargare gli orizzonti della nostra indagine: Siamo certi che siano tutti italiani coloro che comandano gli Italiani? Il motivo che induce a spingersi a questo limite è l’osservazione di come si sono svolti i fatti su cui ho già ampiamente scritto nel mio Libro e nei Post successivi. La mia domanda è ispirata da una nuova figura entrata non da molto nel linguaggio, quella del Filantropo. E di questo titolo prestigioso vengono insigniti un’élite di multimiliardari facoltosi che hanno mostrato di avere a cuore le sorti dell’Umanità cercando di farne un grande business. Alcuni nomi sono noti, rampolli di famiglie storiche dalle ricchezze incalcolabili, altri dei parvenu sulla scena da pochi decenni, ascesi con buone spinte e oggi nelle classifiche di Forbes, che, per altro, non annovera italiani nei primi trenta. Che ci sia qualche Filantropo straniero che ispira i nostri Comandanti? Possiamo ipotizzarlo dal momento che a inizio anno un banchiere di fama mondiale, chiamato dal Presidente della Repubblica, prende la presidenza del Governo senza la legittimità delle urne, con il consenso di fatto totale del Parlamento. Forse a qualcuno servono i disegni, ma può bastare ciò a cui stiamo assistendo in questi mesi per sentire prurito di onnipotenza. Questi nostri comandanti italiani ricevono a loro volta ordini? Come saperlo? Un indizio si ha dal fatto che mentre proprio in questi giorni in molti paesi europei si tolgono stato di emergenza, obblighi e lasciapassare, da noi la mannaia delle restrizioni è stata esasperata. Perché tanto accanimento sugli Italiani? Da parte di italiani? Apparentemente inspiegabile. L’Italia è un Paese dalle ricchezze uniche al mondo e fanno gola a tanti. Piegare l’Italia è una prova di forza notevole. Alta Finanza e interessi enormi pilotano l’Oligarchia dei Comandanti italiani? Ciascuno tiri le sue conclusioni.
Io mi sono formato la mia. E mi è stata di ispirazione la perizia psichiatrica del Prof. Segatori riguardante il presidente francese Emmanul Macron. Se la Francia e governata da uno psicopatico, l’Italia?
Quella che noi chiamiamo normalmente psicopatia è indicata nella letteratura scientifica della Psichiatria come Disturbo Psicopatico di Personalità. Fin dai primi studi, particolare enfasi veniva posta sulle scarse abilità affettive ed interpersonali dello psicopatico (superficialità, incapacità di amare, mancanza di rimorsi, mentire patologico) e sul suo comportamento antisociale (scarso controllo degli impulsi, assenza di pianificazione, incapacità di apprendere dalle esperienze passate, delinquenza, stile di vita parassitario). Le lunghe ricerche del Dott. Robert Hare, considerato uno dei massimi esperti mondiali, hanno portato alla messa a punto alcuni anni fa della Psychopathy Checklist, ossia di un elenco di elementi distintivi della psicopatia che risulta essere dunque un disturbo caratterizzato da una costellazione di caratteristiche affettive, interpersonali e comportamentali specifiche, quali:
- Loquacità e fascino superficiale: disinvoltura e loquacità nella conversazione, capacità di dare risposte pronte, divertenti e intelligenti, o di raccontare storie improbabili ma convincenti su di sé che lo mettono in buona luce (anche se ne emerge un fascino superficiale);
- Senso grandioso del Sé: opinione eccessivamente elevata del proprio valore e delle proprie qualità, che lo porta a risultare arrogante e supponente;
- Bisogno di stimoli e propensione alla noia: il soggetto sperimenta facilmente la noia e tende per questo a mettere in atto comportamenti rischiosi;
- Menzogna patologica: tendenza a mentire come modalità frequente nelle interazioni con gli altri e con un’ottima abilità nel mentire;
- Manipolazione: per conseguire un proprio scopo personale può far uso di inganni, menzogne e frodi manipolando gli altri;
- Assenza di senso di colpa: assenza di emozioni morali quali colpa e vergogna e di preoccupazione per le conseguenze negative delle proprie azioni;
- Affettività superficiale: può dimostrare freddezza emotiva oppure mostrare un’espressione teatrale, superficiale, recitata e di breve durata delle emozioni;
- Deficit di empatia: mancanza di empatia, insensibilità e disprezzo per le emozioni e il benessere degli altri, visti unicamente come soggetti da manipolare per il proprio vantaggio;
- Deficit del controllo comportamentale: carenza di controllo comportamentale, bassa tolleranza della frustrazione con comportamenti aggressivi di fronte alla critica e al fallimento, associati ad un’elevata irritabilità e mancanza di regolazione della rabbia ;
- Comportamento sessuale promiscuo: comportamenti e condotte sessualmente promiscue;
11. Mancanza di obiettivi e piani realistici a lungo termine: difficoltà nel formulare ed eseguire piani realistici a lungo termine;
12. Elevati livelli di impulsività;
13. Delinquenza in età giovanile con una storia di comportamenti antisociale in età adolescenziale;
14. Problematiche comportamentali precoci: gravi problemi comportamentali in età infantile (comportamenti persistenti di menzogna, furto, rapina, frode, piromania, assenze scolastiche ingiustificate, bullismo, vandalismo, fughe da casa, attività sessuali precoci).
State pensando all’Oligarchia che governa l’Italia e alle figure in ombra che la sorreggono? Vi viene in mente qualche tratto specifico di qualcuna delle personalità note che non sanno riconoscere limiti, con senso di onnipotenza e narcisismo maligno? Senza empatia, cui non importa nulla degli altri? Si può andare avanti nell’identikit.
Domanda: Chi comanda in Italia?
Risposta: Delle persone affette da Disturbo Psicopatico di Personalità.
Siamo governati da psicopatici!
Vendicarsi è un atto di passione. Punire è un atto di giustizia (Samuel Johnson)