Il buon umore è una scelta. Spesso siamo ostaggi delle circostanza perché non abbiamo ancora scelto la Vita. Essere indecisi ci lascia in balia degli eventi: è però giunto il momento di un nuovo atteggiamento. La storia di Pépé è un'illuminante insegnamento sulla strategia della scelta. Decidi tu come vuoi la tua vita.
Ti dirò una cosa che vado capendo sempre meglio. Ora ne sono convinto.
Il buon umore è una scelta.
Potrai dire che è una scelta difficile. Tanto difficile che in alcuni casi ti sembrerà persino impossibile da fare tanto le situazioni sono pesanti. Pensavo anch’io come te che le ragioni del nostro buon umore andassero cercate attorno a noi.
Abbaglio beffardo e fuorviante che ci ha reso ostaggi delle circostanze! Di più, perfino rassegnati alla nostra sorte senza vie d’uscita.
Sono d’accordo con te che viviamo immersi nelle circostanze. Quanto meno questa è la più diffusa rappresentazione del mondo di cui anche noi siamo attori. Non voglio incolpare coloro che ce lo hanno fatto credere perché siamo cresciuti ed è tempo di assumerci le nostre responsabilità sul quel che crediamo o meno del mondo. E allora assumiamocele pienamente e avremo fatto un primo decisivo passo avanti.
Nuova rotta allora, amici. Facciamo vela spiegata verso la nostra responsabilità. E lì avremo subito il primo barlume di consapevolezza riguardo alla vera natura delle circostanze. Ossia, che esse non sono altro che le ombre appiccicaticce della nostra indecisione.
Indecisione, al singolare. Sì perché in fondo quelle esitazioni quotidiane che ci stressano sono ramificazioni della madre di tutte le indecisioni. Noi non abbiamo mai scelto in modo consapevole la Vita.
Non ti sembri troppo perentoria la mia affermazione. Di solito sono più sfumato, ma qui so di toccare una questione cruciale, quella delle scelte. Quella delle nostre scelte. Quella che riguarda la decisione di come vogliamo vivere.
Sai, in passato, quando qualcuno mi domandava come stavo, rispondevo: “Non male”. Mi pareva sensato non esagerare, ma non è ho tirato grandi soddisfazioni. Poi ho affinato il linguaggio e ho cominciato a rispondere: “Benissimo”. Sì, avevo intuito, ancorché confusamente, che conviene esagerare. Si sta meglio.
Da qualche tempo ho fatto un ulteriore passo in avanti. Ora quando mi domandano come sto, rispondo: “Impossibile star meglio”! Adesso sì che mi piace.
Devo questa conquista a Pépé. Un signore francese che non ho conosciuto, ma che benedico nel cuore per quel che mi ha insegnato. E con lui ringrazio dal profondo dell’anima l’anonimo amico che ha raccontato la sua storia.