-  Mauro Turrini  –  Vivi Amando
Pensare lo Sport

Pensare lo Sport

Pensare lo Sport

Per un Olimpismo Sapienziale

Pensare lo Sport è una sfida. Che va vinta!

      Il libro è una proposta inusuale e inedita per offrire un approccio teorico e culturale alla pratica sportiva, riflettendo sull’Olimpismo come filosofia di vita. L’intento è di mettere a disposizione di tutti contenuti originali, capaci di ispirare e motivare i protagonisti, anche professionisti, affinché lo Sport mostri la sua forza spirituale da farne, come diceva De Coubertin, per ogni persona una una possibile fonte di miglioramento interiore. Facendo eco ai moniti antichi di Delfi – conosci te stesso e niente di eccessivo – meditando sui concetti di vita, di felicità e di bene, l’approccio sapienziale è un concreto modello di interpretazione dello Sport come attività di grande valore umano, etico e culturale: un contributo educativo e sociale enorme. E il Progetto annesso Enjoy your Sporting Time cerca un’attuazione originale, anche questa inedita, nella metodologia pionieristica dell’Autoeducazione Sportiva. Una frontiera che merita di essere esplorata.

    Pensare lo Sport. Per un Olimpismo sapienziale

    

Un libro diverso. Che comincia così:

     In principio, la Vita. È il naturale punto di avvio di ogni discorso coerente riguardante lo Sport. Partendo da meno lontano si potrebbe non resistere alla tentazione di scorciatoie pragmatiche, sassose o polverose, prive di slancio sapienziale. Lo Sport è un fenomeno umano di tale portata individuale e sociale che pensarlo è riconoscergli quella dimensione culturale che innalza la sua dignità a evento antropologico benefico e permanente. Questo tratto può non essere evidente ai molti protagonisti che quotidianamente e ad ogni latitudine investono impegno e talento nelle numerose discipline sportive, ma acquisire la consapevolezza di esercitare una pratica di indubbio valore umano non può che essere un arricchimento.
     Uno Sport intriso di Vita e vivificato dal potere del pensiero è il solo capace di interpretare in modo autentico la natura di questa esperienza così intensamente carica di significato. È ovviamente possibile più di un approccio in grado di tratteggiare la ricchezza culturale dell’attività sportiva e quanto è stato fino ad ora scritto al riguardo è certamente meritevole di considerazione. Bisogna tuttavia non accontentarsi e fare delle scelte nel desiderio di apportare nuovi contributi. D’altro canto – si domandava acutamente il filosofo Emerson – Che cos’è la vita se non l’angolo di visuale? Un uomo si misura dall’angolazione da cui guarda alle cose. Che cos’è la vita se non ciò che un uomo pensa durante il giorno? Questo è il suo fato e il suo padrone.

Allora proverò a guardare lo Sport da un punto di vista inusuale. Non so se sia anche uno sguardo del tutto innovativo, ma indubbiamente rappresenta una sfida, di certo originale. Con me stesso, naturalmente. Pensare lo Sport vuole essere un tentativo di esplorare aspetti poco presenti nella quotidianità e, al contempo, così dotati di forza propulsiva, psicologica e sociale, che ignorarli o misconoscerli può solo impoverire la nostra passione. Si sa, la ricerca ha risvolti inattesi e non sempre si ottiene soddisfazione al proprio impegno, ma, nello spirito socratico, una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. Avventurarsi nel sentiero dell’unità, andando oltre la frammentarietà delle molteplici immagini che raccontano questo fenomeno mondiale, potrà forse non portare alla meta sperata. Va messa in conto l’incognita di ritrovarsi su pendii impervi, ma il pionierismo non perde mai il suo fascino proprio per la vena di azzardo che lo attraversa. Mi appoggio al solido assunto di Seneca, ricordando a me stesso che la fortuna aiuta gli audaci, mentre il pigro si ostacola da solo: oso la via contemplativa.

 
     Per uno sportivo sanguigno è certo meno grave vedersi rimproverare una qualche avventatezza piuttosto che l’indolenza e la codardia. Potrebbe essere altisonante, oltre che rischioso, parlare di una filosofia dello sport e non lo faremo, non quanto meno in questa tornata. L’intento di queste pagine è il tratteggio di assi cartesiani in grado di accogliere alcuni contenuti non scontati riguardo allo Sport, accompagnati da considerazioni volte a stimolare la coscienza del Sé sportivo. E generare curiosità e interesse per il suo esserci. Chiamiamo approccio contemplativo quello fatto di un’osservazione attenta del fenomeno Sport, facendo uso della riflessione incoraggiata dalla ragione, nella speranza di pervenire ad una conoscenza arricchita della sua natura. In quella cultura greca in cui è nata e si è affermata la pratica sportiva olimpica, la contemplazione è la pura attività dell’intelletto che vuole conoscere: è il bene dell’uomo, la sua felicità.

Contemplare è stata indicata come l’attività propria dell’uomo: è amata per se stessa e non subordinata alla produzione di qualcosa, anche quando si tratta di prodotto nobilissimo. Proprio per la sua peculiarità, questa particolarissima azione offre un servizio nobile alla comprensione dei fenomeni umani riconducendoli alla loro essenza, superando la distrazione che la molteplicità dei frammenti può generare: per mostrare la luminosa unità di una galassia di straordinaria e sapienziale bellezza. E un tratto singolare che avvicina agli dèi: L’attività di Dio, che eccelle per beatitudine, sarà contemplativa: e, per conseguenza, l’attività umana che le è più affine sarà quella che produce la più grande felicità… Per conseguenza, quanto si estende la contemplazione, tanto si estende anche la felicità (Aristotele).


    Sembrerebbe, in apparenza, sinonimo di inoperosità, ma la contemplazione è un agire ad alta densità antropologica. Nel contesto socio-culturale odierno, a trazione fortemente produttiva, può, comprensibilmente, non essere facile capire il valore di questo approccio alla realtà delle cose e dei fatti. Il motivo è dato dalla sua fraintesa inutilità, non risultando purtroppo evidente invece il suo grande apporto alla comprensione dei fenomeni, guardati in modo tutt’altro che astratto. Anzi, molto immanente, e c’è chi ce ne rassicura. Più vicino al nostro tempo, è Baruch Spinoza, un altro pensatore di prima grandezza, che ci istruisce sul valore della contemplazione, da lui definita come la letizia che nasce dal fatto che un uomo contempla se stesso e la sua potenza di agire. Descritta così, risulta quasi solare quanto sia originale un’interpretazione dello Sport dove risalti con tanta vigore il suo sostrato umano, gioiosamente ammirato come esperienza attraversata dalla potenza di agire. Un concretezza quasi poetica!


     L’approccio sapienziale e contemplativo dello Sport trova grande supporto nei Principi della Carta Olimpica, a partire da questo: L’Olimpismo è una filosofia di vita, che esalta in un insieme armonico le qualità del corpo, la volontà e lo spirito. Nell’associare lo sport alla cultura ed all’educazione, l’Olimpismo si propone di creare uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei principi etici fondamentali universaliQui inizieremo con il contemplare lo Sport come un Bene. Per l’uomo.
    Lo apprezzeremo come un Bene per la Vita nella sua piena espressione. Per l’autorealizzazione di ogni individuo come persona in una società giusta e solidale… 

Pensare lo Sport
Per un Olimpismo Sapienziale

       L’approccio sapienziale e contemplativo dello Sport trova grande supporto nei Principi della Carta Olimpica, a partire da questo: L’Olimpismo è una filosofia di vita, che esalta in un insieme armonico le qualità del corpo, la volontà e lo spirito. Nell’associare lo sport alla cultura ed all’educazione, l’Olimpismo si propone di creare uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei principi etici fondamentali universali.

    Porta i libri ai prossimi eventi in cui sarò invitato:
sarò felice di farti la dedica personalizzata!

Un abbraccio a te, caro lettore.