Voglio una donna al Quirinale! E sarebbe una vera novità in tanto squallore di maschi politici insignificanti! È il momento di liquidare un settenato presidenziale che ricorderemo solo per le apparizioni scialbe di un Capo di Stato politicamente di fatua austerità che ha voluto e autorizzato un governo tecnico dalle derive dannose. Un frangente propizio per altro, dato che non sarebbe una sostituzione difficile: non li ho conosciuti tutti e non so bene perché Giovanni Leone sia stato costretto a dimettersi, ma questo inquilino del Colle è stato talmente di basso profilo che, sono certo, almeno 100.000 cittadini in Italia di età superiore ai cinquant’anni avrebbe potuto fare meglio, e senza neppure troppo impegno.
Dicendo questo, voglio sia chiaro che il mio dire non riguarda mai le persone in quanto tali ma considerate nella carica istituzionale che ricoprono, curando solo il diritto di libertà di espressione di un cittadino nei confronti di una personalità politica che ricopre un pubblico ufficio, a nome del Sovrano e da Questo pagato. Per intenderci, osservando che l’attuale Capo dello Stato è stato un inetto e che è privo del carisma necessario a rappresentare una Nazione come l’Italia, non si esprime un giudizio sulla sua persona, pur sempre meritevole di etico rispetto. Tutto porta sui suoi comportamenti da nullità politica, non essendo stato all’altezza del compito di essere il garante delle Costituzione in un momento tragico della storia repubblicana. Merita l’oblio politico, anche per essere complice di un fatto gravissimo per il quale è stata depositata la richiesta di arresto: la sua elezione è viziata dalla accertata incostituzionalità del Porcellum, la legge elettorale che portato in Parlamento parte dei deputati che lo hanno eletto nel 2015. Come dicevo nel precedente articolo: rimozione sua insieme con le carcasse accumulate nel suicidio in diretta della politica italiana, costituita da un agglomerato omogeneo di privilegiati senza dignità.
Voglio una Donna al Quirinale per dare una lezione di autentica Politica alla genia di maschi, eunuchi politici, che hanno vagato tra Parlamenti e Governi con una ignavia terrificante in questi decenni. Voglio una Donna che mi rappresenti perché l’Italia è femmina e adesso merita finalmente di avere un Capo giunonico. Per altro siamo in ritardo sui tempi, essendoci state già molte le esperienze di donne ai vertici politici di moltissimi paesi nel mondo e in Europa. Chi, come me, ha qualche capello grigio ricorderà Sirimano Bandaranaike, primo ministro dello Sri Lanka già dagli anni sessanta e per parecchio tempo in sella; con lei, Indira Gandhi e Golda Meir, anche loro a capo dei governi rispettivamente di India e Israele. E dalla fine del secolo scorso ai nostri giorni, sono davvero numerose le nazioni, storiche o di recente riconoscimento, che possono vantare incarichi presidenziali di rilievo affidati alle donne nei cinque continenti.
Se guardiamo all’Africa, può sorprendere trovare Signore in veste di Capo di Stato in Burundi, in Senegal, alle Mauritius, nella Repubblica Centrafricana, in Etiopia, in Liberia e nel Malawi; oppure a presiedere il Governo, in Namibia, nel Mozambico, nel Mali, a Sao Tomé e Principe, in Ruanda e ancora nella Repubblica Centrafricana. Anche nella vastissima Asia sedettero o siedono donne ai vertici dello Stato: a Taiwan, in Nepal, in Indonesia, nel Kirghizistan, nelle Filippine, dove la tradizione fu iniziata con Corazon Aquino e nella Corea del Sud, a trazione femminile; e capi di esecutivo troviamo in Birmania, nel Bangladesh, a Singapore, in Turchia, in Thailandia, a Cipro del Nord e si ricorderà, in Pakistan, Benazir Bhutto. Andando oltre oceano troviamo passaggi di presenza femminile sulle poltrone presidenziali in Nicaragua, Brasile, Guyana, Panama, Cile e Costarica; mentre per governi affidati a donne vanno segnalati paesi come il Canada, la Dominica, Trinidad e Tobago, Haiti, le Barbados, il Perù, e la Giamaica. Presidenti del Consiglio dei ministri le troviamo anche in Australia, alle Marshall e in Nuova Zelanda.
L’Europa ha avuto come apripista la lady di ferro, Margaret Thatcher nel 1979 e dopo di lei hanno avuto, o hanno attualmente, Donne a ricoprire la carica di Primo Ministro Nazioni come il Portogallo, l’Islanda, la Scozia, la Norvegia, la Iugoslavia comunista, la Macedonia, l’Ucraina, la Moldavia, la Francia, la Croazia, la Romania, la Slovacchia, la Danimarca, la Slovenia, il Regno Unito, la Germania e la Polonia, con tre esponenti diverse. Sempre nel vecchio continente abbiamo anche Signore alla Presidenza della loro Repubblica in Lituania, in Islanda, in Estonia, a Malta, in Svizzera, in Finlandia, in Georgia, in Lettonia, in Kosovo, in Irlanda e in Lituania.
Senza entrare nel dettaglio, si noterà che i democraticissimi Stati Uniti nella loro storia hanno eletto alcune mezze calzette, ma mancano del coraggio di una Presidente. Così, la Francia. Angela Merkel è stato la prima Cancelliera, onore ai Tedeschi. La Spagna, come noi. E allora parliamo di casa nostra, dove si precludono le due poltrone che contano ad una Donna forte. Tra l’altro, non abbiamo mai avuto neppure una regina perché i Savoia hanno prodotto solo re (NB: quelle che da noi venivano chiamate regine erano tali solo in ragione del matrimonio con il re; il titolo regale alle donne è solo per diritto di successione, come nel caso della regina Elisabetta per il Regno Unito, il cui marito aveva il solo titolo di principe consorte). Per giunta poi abbiamo avuto sempre il fiato sul collo che papi, notoriamente non particolarmente mascolini, ma maschilisti assai perché, si dice, che anche Gesù non ammise donne tra i dodici apostoli. Se poi Giovanni VIII fosse la papessa Giovanna, la faccenda è circondata da mistero. Insomma, si contano 79 donne presidenti di cui si ha conoscenza e sono 21 quelle in carica nel mondo in questo momento: ebbene, saranno 22 con l’elezione di una cittadina italiana alla Presidenza della Repubblica, primo caso tra le Nazioni di un certo rango storico e culturale.
Malgrado le tante chiacchiere sulle quote rosa, fino ad ora tutto quel che si è fatto è stato lasciare alle donne qualche incarico ministeriale, giusto per le apparenze. Uno sforzo simbolico quello di assegnare la presidenza delle Camere: tre casi, e quelli recenti purtroppo non felicissimi, per dirigere i deputati e un solo caso, sbiadito, quello per i senatori. Perché questa reticenza? Forse che mancano donne di valore in questo meraviglioso paese ricco di eccellenze in moltissimi ambiti? Non lo credo affatto, anzi. Non ho esitazione a dire che possono essere migliaia le donne in grado di fare meglio degli ultimi Presidenti politici del Consiglio. Per superare il Banchiere poi, basta chiunque abbia semplicemente intelligenza emotiva per pensare sinceramente al bene delle persone considerandole tali e non ai miliardi su cui imbastire una resilienza che interessa solo a lui.
Voglio una Donna al Quirinale perché non se ne può più di nomi di ex qualcosa che hanno passato anni nei palazzi o non facendo nulla se non chiacchierare o curando i propri interessi o facendo danno svendendo il Paese alle autorità monetarie o agli amici e agli amici degli amici. Coraggio, date all’Italia un’Italiana che da febbraio smetta di firmare e promulgare assurdità giuridiche e riporti la Costituzione ad essere una certezza per milioni di persone in balia di corrotti e incapaci. Basterà questo all’inizio. Poi arriverà il momento anche di regolare i conti con quel bel gruppo di politici “deficienti” (in senso etimologico).
Voglio una Donna al Quirinale che ami l’Italia da Donna innamorata della vita, fiera di essere figlia di questo stupendo Paese e che si batta per riconquistarlo alla sua bellezza e integrità. Una Donna che seduca il Sovrano con la sua empatia, che affascini per la sua umanità, che stupisca per il coraggio di dire parole di verità, che sorrida a questo Popolo prostrato dalla vigliaccheria dei venduti. Sì, una Donna dal profumo di inebriante forza spirituale, capace di travolgere di passione il Sovrano stanco di vampiri e amebe. Donna di carattere e intelligenza tutta di questa Terra senza pari. Donna tra le italiane che non si sono sporcate con il sudiciume degli intrallazzi e delle meschinerie dei Palazzi e che agisca con le virtù etiche e civili della nostra migliore tradizione. E una Donna che, si conceda anche qualche applaudita libertà e licenza di prendere metaforicamente a calci nel sedere gli eunuchi servi del potere che strisciano e sbavano per una poltrona.
Sono certo che si può fare. Voglio una Donna al Quirinale!