Ahi, serva Italia, di dolore ostello. Nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello. Così Dante Alighieri piangeva su questo Paese sette secoli fa. In modo meno poetico potremmo rendere così il suo dire: “Che sciagura, povera Italia ridotta in schiavitù! Terra di sofferenza come una nave alla deriva nel pieno di una tempesta. Non più la signora dei popoli ma un puttanaio”.
Peraltro, la tempesta visibile, reale o mediaticamente montata ad arte, per quanto violenta nelle reiterate raffiche giornaliere, è nulla rispetto alla tremenda verità che si sta mostrando imperiosa sull’insospettato e malvagio inganno alla base di questo oggi infernale. Si cerca di distrarre, confondere, manipolare, dopare le menti e i cuori con ogni mezzo per allontanare l’attenzione dalla frantumazione del dogma supremo che sembrava inattaccabile. Cos’altro sono gli eventi cruenti e spietati che vengono studiatamente portati nelle case per destabilizzare le coscienze, suscitando e pilotando paura e inquietudine, se non deliri geopolitici per accelerare quel controllo definitivo dei Pochi sui Tanti? Affinché questa sterminata moltitudine di creduloni inebetiti non conosca mai di quale perverso inganno e terribile frode è stata vittima millenaria. Chi potrebbe mai sospettare quale mostruosa perfidia abbia originato il nostro infame presente? Gli accoliti del serpente si dibattono furiosamente per impedire che cada la benda con cui gli occhi di intere generazioni sono stati privati della luce. Siamo all’ultimo atto. Ho già suggerito: Prepararsi all’impatto! Una questione mondiale, certamente, ma noi non possiamo evitare di partire dalla considerazione della nostra sciagurata italica attualità. Un dovere imprescindibile per restare concreti e costruire su solide fondamenta i valori del patriottismo evoluto, il solo che ritengo capace di nobiltà spirituale nutrita della consapevolezza del primato assoluto del Bene.
Sì, davvero, Ahi, serva Italia. Ancora e sempre inesorabilmente soggiogata dai predoni esterni e vilipesa dai vigliacchi nostrani. Una vergognosa schiavitù che continua, in uno stile coloniale subdolo, in balia di un’occupazione straniera cronica, alla mercé di padroni potenti, noti usurai, affaristi voraci e devoti accoliti del bafometto. Quanto al bordello, quello si è allargato a dismisura. La signora dei popoli, ricca di santi, poeti e di navigatori, con un patrimonio naturale e artistico di inestimabile e impareggiabile valore avvizzisce e spaventa il suo pallore cadaverico. Non mancano i segnali di una maleodorante cancrena e si rimane storditi davanti alla rassegnata capitolazione al suo barbaro destino.
Si può immaginare una reazione a questo impietoso e avvilente stato di cose? Sembrerebbe follia pensarlo! Come potrà avere un sussulto di orgoglio la bella Italia se metà della sua popolazione involve alla condizione larvale di invertebrati analfabeti. Sì, sciagurato Paese, come hai potuto ridurti quasi ad una palude di ebeti? Nessuna esagerazione: i dati sono raccapriccianti. Uno studio molto rigoroso condotto non tanto tempo fa sulla situazione culturale dell’Italia porta a evidenza una realtà oltremodo inquietante. Sono stati individuati due milioni di persone in stato di analfabetismo totale. Tredici milioni rientrano nella categoria di semi-analfabeti, ovvero di individui capaci sì di apporre la propria firma ma con limitate capacità di comprensione della lettura di un testo. Ulteriori dieci milioni circa appartengono verosimilmente alla categoria degli analfabeti di ritorno: tipologia questa in cui si collocano coloro che hanno perso nel corso del tempo, più o meno accentuatamente, la capacità di leggere e di scrivere. Si definisce inoltre analfabetismo funzionale quella sorta di disabilità cognitiva circa il comprendere, valutare e analizzare ciò che si sta leggendo o ascoltando. Sapendo poi che la comunità di quanti, a varie età, non leggono un libro da anni o decenni e non sanno più impugnare una penna per scrivere agevolmente in corsivo sembra in spaventosa crescita, cosa ci si può attendere? Si aggiunga che non è difficile immaginare quanto la questione diventi tragica allorquando si consideri che gli elettori che vanno alle urne sono soltanto questi e che un discreto numero di tali soggetti siede a ricoprire ruoli istituzionali, politici e amministrativi.
Come si è arrivati a questo straziante stato di cose? Con un’accurata programmazione dell’ignoranza, meticolosamente messa in atto prevalentemente tramite la televisione. L’esposizione massiva ai media, supportata da un’istruzione pianificata per generare disadattati cronici, ha plasmato un popolo costituito da entità ormai affette dal più terribile dei morbi: l’inconsapevolezza di sé e della propria semenza. Non si era stati fatti a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza, ed eccoci invece un Paese (certamente in compagnia di molti altri ma ciò non consola) ridotti a una stirpe acefala, manipolata e obbediente agli ordini degli oligarchi europei e ai celati committenti di grado superiore. Cosa aspettarsi dunque di diverso dall’apatia da storditi, dalle lamentele insulse da bar, dalla rassegnazione supina al destino crudele? Sognare un – per quanto improbabile – sussulto che faccia emergere dall’apnea culturale e spirituale in cui versano milioni di italiani (ed europei e tanti cittadini del mondo) non costa nulla, ma l’ovile sembra davvero ormai enorme e il belato assordante. Bravi voi, signori e signore del denaro! Applausi a voi, geniali inventori di blasfeme pandemie e di bufale climatiche, di balorde economie green e di soluzioni alimentari sintetiche! Che arte la vostra recita, capace di persuadere folle di creduloni a seguirvi nel mattatoio delle bieche menzogne che la vostra avidità compulsiva ha perfidamente allestito! Chapeau!
Niente da eccepire quanto all’abilità nell’aver saputo lessare le rane così impercettibilmente! Con il giusto tempismo, dopo anni di semina accurata, la mietitura è quasi pronta. L’aver pianificato con zelo la stupidità di massa e favorito quella specie di encefalite letargica diffusa ha portato al disfacimento culturale, etico e politico di un’intera società. Iniezioni continue di tossine di vario genere, chimiche, elettromagnetiche, alimentari, dal cielo o dal sottosuolo, via etere, via cavo o via satellite, supportate da operazioni psicologiche di accurata ingegneria sociale, hanno pressoché ormai reso del tutto disfunzionali i gangli vitali di più di una generazione. La gloria prodotta e testimoniata da secoli di italico genio incarnato in diffuse e insuperate eccellenze sembra davvero oscurata: stagnazione, inerzia, piattume. Solo qualche nicchia taciuta, sparsa qua e là, ancora brilla silente, per il resto tutto scorre in un banale quotidiano appiattimento, programmato su standard di insulsaggini a nutrire la diffusa ebetudo mentis sempre meglio tarata verso il suo destino forzatamente barbaro e meticcio. La decennale propagazione di anestetici ha ottenuto l’effetto desiderato e possono rallegrarsi coloro che hanno investito tempo e denaro per accentuare e accelerare quanto possibile il nanismo culturale di casa nostra, al quale è stata dedicata un’attenzione speciale. Mettere in ginocchio l’Italia per depredarla di tutta la sua ricchezza è un’ambizione non di oggi, ma adesso si è giunti all’assalto finale. Da tempo la nostra è una nazione osservata con cura, ridotta a centro permanente di ricerca e di avanzate sperimentazioni! Continui e insistiti test hanno fornito dati su come annientare la capacità critica e l’autonomia di giudizio, qualità entrambe connesse con l’integrità dei neuroni e della volontà di pensare.
Senza risparmio di risorse è stato ideato, generato e replicato in laboratorio l’homo televisivus, prodotto di sintesi plasmato dai consigli per gli acquisti, supinamente disponibile a lasciarsi intrattenere da chiunque lo sollevi dal dovere di pensare e di decidere della propria vita, acconsentendo senza resistenze a voleri superiori fautori del suo bene. Sodomizzato senza lubrificanti e a sua insaputa, questo coso senza più identità, sempre malaticcio, insicuro, fragile, credulone e coglione è stato addestrato a ubriacarsi di banalità. Così facendo alimenta il business dell’informazione, della cinematografia spazzatura e quello farmaceutico, aumentando i dividendi degli investitori che hanno scommesso sul piano di educazione della folla degli inebetiti. Dopo tanto impegno e perseveranza, la missione sembra proprio compiuta. Accade quel che Orwell aveva intuito già nel 1948. Ci è voluto del tempo, perché bisognava vincere con tatto le resistenze, a volte impercettibilmente, altre forzando la mano, ma lo schermo ha compiuto il suo stupendo dovere di alterare a dovere le percezioni ed le emozioni. E molti si trovano ormai ad imitare il Winston di Orwell alla fine del suo percorso rieducativo: Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.
Cosa fare? A questo punto, credo niente di noto, di già conosciuto e provato in passato. Se proprio ancora si annaspa miseramente nella logica del fare, si potrebbe iniziare con lo spegnere i televisori. Per i meno estremisti, quanto meno annerire tutto ciò che concerne l’informazione e i teatrini squallidi che la veicolano, la pubblicità e quanto è offensivo dell’intelligenza. Un guadagno enorme senza perdere assolutamente nulla: sappiamo bene che ci viene nascosto e taciuto cosa sta realmente succedendo e ci vengono propinate narrazioni e notizie accuratamente selezionate, sulla base di ciò che qualcuno ha deciso dobbiamo sapere e cosa invece ci deve essere nascosto. Ci importa davvero di ascoltare maschere e comparse ben pagate per sciorinare bugie o omissioni? Sembrerebbe poca cosa, ma spegnere l’occhio di Sauron alimentato dal business dei film, delle serie televisive, dei talk show e della miliardaria pubblicità sarebbe un colpo forte inferto ai Pochi proprietari del mondo, avvolti nella loro tenebrosa psicopatica avidità. Sarebbe questo forse l’unico fare dotato di una qualche efficacia a disturbare i piani dei nostri carcerieri. Ma chi osa rinunciare agli schermi, siano essi quelli enormi da salotto difronte a poltrone e divani, quelli di proporzioni ragionevoli adatti alla camera da letto o quelli piccoli tascabili così pratici e multifunzionali h24? Una dipendenza accuratamente costruita e mantenuta dalla quale sembra chimerico cercare di liberarsi. E poi, perché si dovrebbe? Come milioni di persone passerebbero altrimenti le giornate, le serate e le notti senza i televisori e gli altri schermi? Come non approfittare dell’offerta di ipnosi, quella di qualità a pagamento, l’altra gratuitamente, di quasi un migliaio di emittenti nazionali e locali solo nel Bel paese?
Risulterebbe tanto terribile usare del tempo per nutrirsi leggendo, ascoltando musica di valore, osservando e ammirando la natura? E non sarebbe bello oltre che piacevole conversare amabilmente, scrivere e raccontare, sviluppare conoscenze, apprendere e praticare arti, abilità, acquisire competenze, realizzare e condividere sogni? Non sarebbe delizioso dedicare tempo a dipingere, suonare, danzare e quant’altro nutra l’anima di divina armonia? E, uscendo da una conflittualità esasperata, tessere relazioni famigliari, sociali, di amicizia e di amore e autentiche, ridendo senza vergogna, coltivando gioco e divertimento creativi e spontanei, all’insegna dei valori umani più genuini? E, ancora, perché non dovrebbe essere interessante e appagante cercare il silenzio per rilassarsi, per meditare, contemplare, pensare e godere, tenendo alto il livello vibrazionale con emozioni e sentimenti ispirati dall’amore? Certo, queste e altre delizie sono realizzabili solo uscendo dalla tirannia del denaro a debito e dalla necessità di lavorare per procurarselo: libertà questa che le divinità monetarie non vogliono in nessun modo premettere. Anzi, hanno affidato agli schermi parlanti il compito di radicare la schiavitù e il risultato è stato ottenuto con magistrale perizia. La creazione della dipendenza televisiva è stata curata da professionisti, aggiornando continuamente la tecnologia, ingigantendo gli schermi, rendendoli sempre più invasivi e facendone un elemento d’arredo. Nulla al caso: la cesellatura consiste nell’industriarsi a favore della qualità dell’immagine e del suono così da massacrare ogni tentativo di sottrarsi all’ipnosi e avere velleità proattive, stringendo il guinzaglio a colpi di decibel e di pixer ogni volta che cala l’audience. Come non capire chi si fa ormai giorno e notte di schermi? Che dramma e che noia sarebbe una vita senza televisioni!
Dopo quanto ho già espresso nei miei numerosi scritti di questi ultimi cinque anni e, in modo articolato e chiaro, soprattutto nel mio ultimo libro Eu-dàimon. La felicità negli anni di grazia dal 2020 in poi. Un libro per tutti e per nessuno, ritenevo che ci fosse poco di sostanzialmente nuovo da aggiungere alla comprensione della situazione attuale. Mi sono ricreduto dopo aver letto il Trattato Teologico Politico del filosofo Baruch Spinoza, pubblicato nel 1670. Illuminante. Le sue analisi e le sue intuizioni sono in grado di suscitare riflessioni quasi da stordimento per i bagliori di consapevolezze sconvolgenti che produce. Il rigore del suo pensiero, la penetrante lucidità delle sue osservazioni, l’onestà dei sui giudizi, la verità dei suoi assunti furono insopportabili per i potenti del tempo. Si cercò di assassinarlo. Non essendovi riusciti, l’ebreo Baruch Spinoza fu maledetto. Proprio dai discendenti di coloro che il Profeta di Nazareth aveva già apertamente sbugiardato. Il filosofo, accreditato di una santità laica nemica di ogni ipocrisia, fu più che crocifisso con la maledizione degli eletti signori del Talmud:
Secondo la decisione degli Angeli e del giudizio dei Santi, bandiamo, scomunichiamo, malediciamo e cacciamo Baruch de Espinoza, con l’ispirazione del sommo Iddio e l’approvazione di tutta la sacra comunità, innanzi ai Sacri libri della legge e ai 1613 precetti ivi contenuti, con la maledizione con cui Giosuè maledisse Gerico, con la maledizione con cui Eliseo maledisse i fanciulli e con tutte le imprecazioni che stanno scritte nella legge. Sia maledetto nel giorno, sia maledetto nella notte, sia maledetto quando si posa, sia maledetto quando si leva, sia maledetto se esce, sia maledetto se entra. Che Dio mai gli perdoni, che l’ira e il furor di Dio s’infiammino contro quest’uomo e riversino su di lui tutte le maledizioni che stanno scritte nei libri della legge, che cancellino il suo nome sotto il cielo; che Dio lo recida, per il suo tormento, dal ceppo di Israele, con tutte le maledizioni del cielo che stanno scritte nei libri della legge. Ma voi, voi che siete fedeli al Signore, al vostro Iddio, voi tutti siate oggi benedetti. Noi ordiniamo che nessuno abbia rapporti orali o scritti con lui, che nessuno lo soccorra, che nessuno rimanga con lui sotto un sol tetto, che nessuno gli si avvicini più di quattro passi, che nessuno legga uno scritto redatto pubblicato da lui.
Cosa può aver scritto quest’uomo da scatenare un risentimento bavoso e viscerale tanto violento? Quale verità aveva svelato il filosofo Spinoza così pericolosa da indurre quel sinedrio a comminargli una maledizione tanto brutale? Proverò a dare io risposta a queste domande scrivendo un saggio sulla più grande menzogna che io conosca e che continua ad avvelenare da secoli l’esistenza dell’umanità. Data tuttavia la portata devastante dei temi da trattare e da sviluppare, non voglio assolvere qui e ora a un tale gravoso e terribile compito. Le note offerte in questo articolo fungono soltanto da preliminare inquadramento generale. Mi limito pertanto a tre suggestioni elencate di seguito. Una di metodo e due connesse all’attualità.
Prima: Essere. Dicevamo, stante il momento, la domanda istintiva e scontata, per chi naturalmente vede e non si rassegna al tragico presente, rimane monotona e sterile: Cosa fare? A parer mio, avverto forte l’esigenza di evolvere in un approccio completamente diverso. Passando al livello dell’essere. Spiace che non si capisca che il fare ha quasi certamente perso ogni forza in grado di operare un cambiamento veramente radicale in questo frangente storico. Cercare nel fare la soluzione liberatoria dalle sbarre dell’invisibile gabbia d’acciaio nella quale ci si appresta a rinchiuderci definitivamente è andare incontro a terribili frustrazioni. Pur con le migliori intenzioni (che in talune iniziative non sempre sono evidenti), pare difficile giustificare l’ingenuità di chi ancora propone la piazza, le molotov, i referendum, gli esposti, le denunce e quant’altro appartenga all’arsenale rivoluzionario barricadero o civile di ieri, trasversalmente ideologico, usato in circostanze distanti anni luce dalla situazione attuale. Nella maggior parte dei casi non si va oltre le chiacchiere da bar autoalimentate dall’impotenza e dall’indignazione blasfema contro quel Dio che appunto nulla fa. Si spacciano per originali i promotori del fare rete, alla ricerca, quasi sempre, di usare i numeri per dar risalto e visibilità al proprio più o meno accentuato narcisismo. Senza che si possa generalizzare, nel rispetto dovuto a quanti mantengono il buon senso dell’umiltà, va detto tuttavia che non sono pochi coloro che si propongono come leader dal verbo salvifico, in possesso della soluzione in grado di operare prodigi. Niente di nuovo: siamo a conoscenza dei lupi travestiti da agnelli che usano astutamente le persone come piedistalli alla loro evanescente vanità. Pescare nel torbido è regola e la confusione favorisce l’opportunismo e il viscidume di quelli che cavalcano la buona fede di incalliti creduloni con promesse paradisiache. Derive non nuove, ma dispiace per i danni che la semina sconsiderata di illusioni produce. Soprattutto, non può essere ignorato che nell’età del ferro la tragedia umana va in scena su un palcoscenico ricco di comparse, con o senza maschera, interpretando sceneggiature sanguinarie prodotte ad arte per scoraggiare ogni tentativo di osteggiare i piani verso il compimento messianico a lungo preparato.
Bisogna farsene una ragione: il fare noto è stato oggigiorno totalmente annientato su tutti i fronti! Le forme di lotta conosciute ormai le si previene. E persino agevolmente, avendo per anni sedato milioni di persone a suon di docce nebulose, diffondendo gratuitamente dal cielo alluminio e bario, minerali entrati stabilmente nella catena alimentare. Forse solo gli hacker avrebbero potuto rappresentare una minaccia seriamente pericolosa, ma quelli migliori vengono trovati e invitati a corte (o reclusi). La stessa parola lotta, persino quando non è evocatrice di violenze, è stata resa emotivamente innocua e, anche se venisse malauguratamente attuata, i Pochi hanno già pronti tutti gli antidoti per neutralizzarla fin dal concepimento, ridicolizzandone l’efficacia. Conviene proprio farsene un ragione e cercare un approccio diverso. A parer mio, sembra saggio non perder tempo a dar retta a chi non sa andare oltre l’applicazione di cerotti sui brufoli ad un malato terminale (spesso sostenendo questa operazione perché è un venditore di cerotti). L’adesso che incombe drammatico è un momento di scelte e il Patriota evoluto è già passato alla logica dell’essere. È probabile che i fautori del fare vengano travolti dal Fare in grande stile di coloro che dispongono di armi, opportunità e movente per danzare sui loro cadaveri, senza che nemmeno si accorgano di essere tornati polvere. Proprio secondo il sacro e sublime destino promesso dal verbo divino biblicamente riportato e diffuso.
Dunque, dal fare all’essere! Sì, perché l’ottundimento massmediatico è volto proprio ad assassinare l’essere umano, sostituendolo con un fantoccio, privo di coscienza e di autonomia di giudizio, esecutore obbediente dei voleri dei Pochi, intrepidi paladini del loro delirante nuovo ordine mondiale. Sì, essere donne e uomini di valore! Essere cultori del bene! Essere spiriti liberi impegnati nel vivere secondo virtù! Essere legge a se stessi ispirati dall’Amore! Essere operatori di pace! Essere sacerdoti della propria spiritualità! Essere guerrieri della luce a protezione del santuario della propria coscienza! Essere… e diventare sempre più consapevoli della nostra natura spirituale e della nostra unità con la Mente universale che è la Sostanza di tutte le cose. L’augurio è che possiamo evolvere rapidamente e con una convinta determinazione perché il primo passo utile in questa attualità destabilizzante sta nell’impegno a volersi persone attente all’avvicinarsi dell’impatto. Che potrebbe essere tremendo e che non so davvero come lo si possa evitare dopo una pianificazione tanto accurata del depopolamento. Mi auguro che ci si incammini sulla via degli uomini e delle donne di valore che si preparano ad essere in grado di affrontare il tentativo febbrile di portare cruentemente a compimento il nuovo ordine mondiale.
Seconda: Fase di transizione. Come già anticipato, l’oggi italiano non può prescindere dalla situazione europea e planetaria. E al riguardo sono legittimi tutti i punti di vista, per quanto non di eguale apprezzamento. Osservare il cielo stellato dalla vetta di una montagna non è come vedere dei puntini luminosi dalla bocca di lupo di una cantina. Quindi il posizionamento è fondamentale. Ed essere rimasti fuori dalla melma manipolatoria in cui si sono imprigionate le coscienze è al presente una situazione di gran lusso, conquistata non senza notevole applicazione. Il grande investimento per dar forma ad esseri disumani condizionati ad un’esistenza amebica, privi di tutto e felici della loro condizione di larve è avanzato molto, per quanto, pare, stia incontrando un’inattesa resistenza. Anche ai demiurghi della finanza massonica non sfugge più che agli infiniti tentativi di confondere e di stordire tutti qualcuno sia sfuggito. Un gruppo trasversale di spiriti liberi è rimasto lucido e nessun allucinogeno massmediatico è riuscito ad assopire l’intelligenza di questi utopisti concreti. Insopportabile che ci sia ancora qualcuno che ragiona con la propria testa, che pone domande vere e spregiudicate, che sbugiarda l’ipocrisia malvagia e sappia ancora cos’è la logica e come la si usa! Eppure, malgrado l’impegno dei Pochi a disorientare allo spasimo i Tanti, sono ancora operanti le roccaforti di anime nobili presso le quali i concetti alla moda non fanno alcuna impressione. È sempre più numeroso il fronte degli apoti, coloro che non (la)bevono più. Gli standard di omologazione imposti dai tecnocrati passacarte di turno non fanno presa su quel gruppo di persone che ha iniziato a reinterpretare la propria vita in funzione di nuovi canoni esistenziali. Al tentativo massiccio e invasivo di confondere e disorientare cresce il bisogno e l’impegno a mantenersi lucidi e attenti. Che sgarbo! Si torna a parlare di solidità etica, alla faccia di tanto impegno a togliere certezze e riferimenti sicuri. Un fronte patriottico inedito si è costruito su un’intelligenza emotiva che non si scompone troppo davanti allo sventolio di fantasmi per intimorire e preoccupare. È persona di successo autentico chi agli investimenti miliardari tesi a disturbare e distrarre risponde con il lusso di concedersi di dormire serenamente senza far uso di sonniferi, tranquillanti e ansiolitici. In modo indisponente nei confronti dei manipolatori sistemici, le persone metatelevisive, forti di uno scopo di valore, non sprecano il loro tempo nello zapping con il digitale terrestre. Senza bisogno di sbandierare le loro scelte, trovano motivo di orgoglio snobbare le farmacie ed essere i migliori medici di se stessi, ignorando le fanfaronate pubblicitarie a supporto criminale del business miliardario della malattia.
Intelligenza, viene da intus legere, leggere dentro. Ebbene, nell’epidemia di analfabetismo in corso non è dato sapere con certezza quanti siano i cittadini di questo Bel Paese ancora dotati di occhi capaci di vedere tra le nebbie artefatte della menzogna l’opera devastante del sionismo massonico, quasi certamente a trazione angloamericana. Eppure non dovrebbe essere difficile osservare le figure politicamente effimere insediate nelle istituzioni statali e locali: poco altro che fattori e vassallucci agli ordini di signorie sovranazionali che forniscono loro le sceneggiature da interpretare. E si presentano davanti alle telecamere disinvolti e privi di remore, in nome di un ossequio pattuito e ben ricompensato, interpretando ruoli in cui serve far scena senza lasciar distinguere con precisione se quelle visibili in video siano le guance o i glutei né da quale dei due sfinteri provengano i suoni emessi a mo’ di parole. Lo possono fare perché mostrano la spudoratezza di chi si sente intoccabile e conta su protezioni potenti. Indignazione pienamente giustificata, naturalmente! Come non essere infatti invasi da accecante disgusto? E al contempo frastornati da frustrazione immensa? Il tutto scekerato in un cocktail maleodorante di avvilimento e di impotenza per la consapevolezza di non avere possibilità alcuna di contrastare la spudorata marcia verso il trionfo dell’antico serpente e dei sui satanisti accoliti.
Dato, tuttavia, che la vita è fatta di scelte, si può provare a formulare delle ipotesi e superare la stagnate rassegnazione all’ineluttabile annientamento dell’ordine naturale pensando che questa stagione sia soltanto una nefanda fase di passaggio. Poca cosa, si dirà, a incidenza minima o nulla sul corso degli eventi targati capitolazione 2030, come da Agenda bastarda. Con l’aggravante di illudere che qualcosa di diverso possa accadere riguardo al depopolamento programmato e al governo unico centralizzato tanto meticolosamente progettati e perseguiti. Forse. Eventualità da non escludere, per quanto quanti ipotizzano, non senza un qualche storico e filosofico motivo, la transitorietà di questo momento abbiano la possibilità di vedere, presto o tardi, nuove inattese e luminose albe. Non così invece chi è ormai avviato nel tritacarne del destino crudele, carne da macello nel compost che concima il giardino planetario della psicopatica massoneria finanziaria.
La questione è in ogni caso non priva di rischi, ma sono convito del valore della sfida. Ipotizzare che si stia vivendo un tempo infame sì ma destinato al suo inglorioso epilogo mantiene viva la fiducia in qualcosa di sorprendente. Ha senso più che ragionevole considerare che lo schema ciclico e non lineare della storia sia il modello interpretativo più adeguato a spiegare la natura umana e il suo divenire nell’essere. Perché mai il ritorno di un’età dell’oro vaticinato dagli antichi poeti dovrebbe venir trascurato come possibilità? Il solo pensarla questa eventualità porta l’accento sulla transitorietà del frangente spaziotemporale nel quale ci dimeniamo.
Osserviamo che l’accelerazione è ormai delirante. Tra i Pochi e il gota esclusivo che siede nel sinedrio che li guida c’è probabilmente agitazione. Cosa mai potrebbe inquietare questi individui eletti così narcisisticamente pieni di sé? Forse il timore che si diffonda oltre il tollerabile quel che il gruppo sparuto di spiriti liberi ha capito. Ritengo che non ci debba dar pena ormai di convincere chicchessia di alcunché. Ribadisco: la vita è fatta di scelte e ognuno decida cosa pensare e a cosa credere. Io ho fatto le mie. In questi ultimi mesi, successivi alla pubblicazione dell’ultimo libro ho continuato a osservare, leggere e riflettere pervenendo ad alcune considerazioni persino inquietanti. Il metodo di indagine determina da solo la qualità di un’indagine e l’onestà intellettuale è il marchio che distingue i filosofi e gli scienziati da chi deve obbedire a dei testi sacri, ad una tradizione e a una gerarchia. Come già usato con successo in altri scritti, considero utile oltre che corretto avvalermi dell’approccio in uso nella fisica teorica: sulla base di un’osservazione o di una intuizione, si formula un’ipotesi interpretativa di un fenomeno. Se l’assunto trova prima o poi dimostrazione nell’esperienza, ci sarà un avanzamento della conoscenza, in caso contrario, sarà rimasto null’altro che un tentativo abortito.
Terza: Narrazioni bugiarde. Per sgombrare il campo dagli equivoci è bene sapere, a mo’ di premessa generale, che l’immensa macchina della propaganda messa all’opera dai Pochi funziona sulla persuasione e il consenso dei Tanti si ottiene manipolando le emozioni e i sentimenti. Chi sa che un fatto non vero, creduto vero, ha effetti veri, è in grado di immunizzarsi dalla dissonanza cognitiva mantenendo attiva l’intelligenza. Ed questa il bersaglio preso di mira da chi vuole ottenere adesione incondizionata ai comportamenti ordinati in coerenza con le invocate emergenze e la loro pericolosità. Come si oscura il pensiero razionale e la sua capacità di osservazione, e di analisi, nell’esigente suo stile interrogativo? Come si paralizza la facoltà di leggere dentro la realtà (intelligenza), inferendo e deducendo, stabilendo nessi di causa ed effetto, formulando giudizi coerenti con gli assunti e le argomentazioni? Generando in continuazione stati d’animo che offuscano l’accesso alla conoscenza. È comprovato che quando si è ansiosi, adirati o depressi non si impara niente; chi si trova in questi stati d’animo non assorbe informazioni. Al contrario, sono le situazioni a prevalenza di sentimenti di entusiasmo, fervore e fiducia in se stessi che rappresentano il terreno adatto per apprendere, valutare e dar corso alle potenzialità dell’intelligenza. Come meravigliarsi dunque se scientemente si stordiscono le coscienze con bombe ansiogene che disseminano schegge a grappoli di stress, in modalità paura, inquietudine, preoccupazione, insicurezza e quanto vi è di più dannoso per i neuroni e le sinapsi, il cuore e il plesso solare?
Messa fuori uso la capacità critica e la facoltà di pensare con la propria testa, agli analfabeti storditi si può proporre le narrazioni più assurde ed insensate senza che l’encefalogramma possa rilevare qualche movimento. Potranno essere sufficienti alcuni spunti di riflessione così che sorga qualche sospetto e si possa considerare con qualche interesse persino un altro punto di vista. Perché non valutare anche una possibile ipotesi alternativa? E perché non provare a porsi qualche semplice domanda che comporti un approccio interpretativo diverso da quello di maggior corso?
Ucraina. Chi vuole conoscere una versione diversa da quella falsissima dei telegiornali, parta dal 2014, dalla Crimea, dagli interessi della famiglia Biden in quel paese, dalle provocazioni NATO, dal mercato di bambini, di organi e delle porcherie naziste taciute in questi anni sotto la guida del presidente attore e fantoccio.
Governo. Quello in carica è il 68mo in epoca repubblicana. Con la memoria a esecutivi che sono stati in carica poco più di un anno, questo, che quanto a danno e squallore gareggia con molti altri precedenti, sarà tra poche settimane sul podio della longevità. Come spiegare che non ci sia – neppure paventata – una crisi? E se fosse per il fatto che i mastri pupari del sionismo massonico finanziario europeo hanno ancora interesse a tenere il burattino sul colle e la marionetta premier? Stanno facendo il loro dovere di bravi esecutori dei voleri dei loro padroni, esponendosi in figuracce indegne e pronti a farlo ad ogni richiesta. D’altro canto, chi entra a Montecitorio passa sul candelabro a sette braccia, testimone permanente della loro sudditanza ai signori del Talmud.
Russia. Perché mai dipingere questa nobile popolo come una minaccia per l’Europa? Perché mai i suoi governati mediterebbero un’invasione? Per quale motivo, disponendo di ricchezze energetiche e minerarie immense? Di contro, l’ingordigia coloniale dei noti del tempo affidò a Napoleone nel 1812 il compito di sottomettere la madre Russia. Nonostante i soldi dei Rothschild con i quali fu finanziata, quella campagna fu un fallimento. Si provò dall’interno nel 1917, affidando al signor Vladimir Il’ic Ul’janov, più noto come il compagno Lenin, massone di 33mo livello, la missione di imporre il comunismo a una società strutturalmente agricola in quella terra ancora cristianissima. La regia era solo e sempre dell’alta finanza askenazita che fece arrivare a Lenin e Trotskij milioni di dollari dalle banche di Max e Paul Warburg e di Jacob Schiff. Operazione titanica e sofferenza estrema inflitta a tanta povera gente, ma altro fallimento. Nuovo tentativo con il Hitler, anch’egli ben foraggiato dal capitale massonico sionista e altro esito negativo. E se tanto accanimento nascondesse non solo l’avidità degli imperialisti noti, sudditi di sua maestà, ma anche il bavoso risentimento della stirpe di Giacobbe di annientare forse l’unico baluardo cristiano rimasto? D’altro canto è noto ormai agli osservatori che, pur partendo da punti diversi, liberalismo e marxismo marciano con complicità verso la stessa destinazione: la fine della sovranità degli stati nazionali e la rimozione delle radici cristiane, soprattutto cattoliche. Tutto ciò che ha a che fare con il Profeta di Nazareth è la vera bestia nera della massoneria, sempre, più o meno marcatamente, a trazione sionista. Argomento che va approfondito.
Guerra. A cosa servono realmente gli 800 miliardi? Sarebbe ridicolo pensare che questi spiccioli possano bastare per una guerra alla Russia. Deve essere accaduto qualcosa che ci sfugge: non più tardi di qualche mese fa si strombazzava che la Russia era in ginocchio a causa delle pesanti sanzioni imposte dall’Europa e, d’amblée, l’orso russo è diventato una pericolosa minaccia pronto a invaderci. Becera propaganda, naturalmente! D’altro canto se si creano armi, bisogna produrre guerre; se si creano medicinali, è imperativo produrre malattie; se si creano balle, bisogna produrre rincoglioniti. Forse si può considerare che la destinazione di quei 800 miliardi sia un’altra, ovvero dotare la massoneria finanziaria plenipotenziaria di una polizia efficiente ai propri ordini. Una psicopolizia di ispirazione orwelliana? Le stesse fonti di Bruxelles rivelano l’intento di generare un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far nascere il nuovo organismo che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata Europea al posto degli eserciti nazionali; abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune. Schiavizzando brutalmente in un indebitamento perenne!
Papa. Osservatori attenti hanno esaminato attentamente le immagini per concludere che l’individuo che ci è stato mostrato in ospedale non è Papa Francesco bensì il suo sosia. L’esame dei padiglioni auricolari e altri aspetti somatici non lascerebbero dubbi. No problem, tutti o quasi i big hanno dei sosia da proporre in loro vece al popolo bue. Forse il titolare è già defunto oppure chissà dov’è. Gli interrogativi attorno ad un pontefice così poco evangelico sono molti. In ogni caso, la questione della scelta del suo successore è di vitale importanza per il futuro della Chiesa e del cristianesimo stesso. Ci viene mostrato il suo sosia per dar tempo alle macchinazioni preliminari così che si entri in conclave con la certezza del nome da votare? Si continuerà nella linea di destabilizzare le coscienze e di distruzione della fede cattolica oppure una sterzata di evangelismo porterà ad un recupero di credibilità. Quanto veleno satanico si cela tra le mura vaticane? Peraltro, è solo questione di tempo ormai perché vengano diffuse le prove della pesante infiltrazione della massoneria ebraica B’nai B’rith nei conclavi del 1958 e del 1963. Perché si annullò la legittima elezione del card. Siri? Fu davvero lo Spirito Santo a volere i due papi che seguirono? Basta osservare con attenzione l’architettura dell’Aula Nervi per capire quanto sia attivo da decenni il culto del serpente in quel luogo fedifrago.
Intelligenza artificiale. Gli entusiasmi dovrebbero misurarsi con il fatto che chi programma gli algoritmi stabilisce dei filtri, secondo le richieste dei committenti che finanziano i fisici e gli informatici del loro harem scientifico. Gli investitori vogliono il giocattolo che serva ai loro scopi, ingannevolmente filantropici. Con un po’ d’impegno si può far venir l’emicrania alla ChatGPT, addestrata a pescare in modo fraudolento nella proprietà intellettuale e a fornire risposte in nanosecondi ma con limiti ben stabiliti dai suoi creatori. Intorbidita da ore di intrattenimento massmediatico ebete, una folla di zombi neppure si accorge del reticolato di algoritmi e di videosorveglianza che si va costruendo nottetempo. Ahimè, non è tanto dell’intelligenza artificiale che ci si deve preoccupare quanto della dilagante stupidità di quella naturale che non coglie la mistificazione con la quale si stupra e si deride il dono divino dell’intelligenza umana.
Clima. Gli scienziati non al soldo dei Pochi sanno da sempre che l’aumento di CO2 è l’effetto dell’aumento della temperatura, non la causa. Come scacciare il fondato sospetto che l’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) abbia creato, su comando dall’alto, la farsa climatica, manipolando i dati e fornendo una narrazione basata su assunzioni infondate? Davvero basta ripetere e urlare una bugia e nella testa degli sprovveduti creduloni che diventa una verità creduta. Da sempre i cambiamenti climatici dipendono dal sole.
Sieri genici. Chi esamina con una discreta attenzione il fenomeno vacxinazioni osserva la perversione dei patrocinatori perché con la tecnologia mRNA messaggero è iniziata l’epoca della biologia sintetica sull’essere umano. Si sono ormai messe le mani sul genoma umano. Formattando i bambini con inoculazioni spacciate per vacxini si apre il campo all’inserimento di messaggi nel loro DNA così da essere pronti per funzionare poi a comando. Non c’è quindi bisogno di investire sulla sanità perché nessuno dovrà mai guarire, avendo predisposto tutto per una clientela fidelizzata che non si riproduce. Si aggiunga che l’obbiettivo di ridurre drasticamente il numero di esseri umani sul pianeta è stato dichiarato già parecchio tempo fa. Recentemente poi, nel film Contagion del 2011, nella scena preparata per svelare boriosamente in anticipo il progetto, viene spiegato come la farsa del virus verrà creata per aver la strada aperta all’iniezione di un vacxino che renderà sterili le future generazioni. Ma è solo una parte della strategia. Grazie alle frequenze 5G si potranno attivare le nanoparticelle immesse nell’organismo dai sieri a tecnologia mRNA e inviare da remoto le più avanzate soluzioni mediche, comprese crisi cardiache da dispiegare a giudizio dei signori del nuovo ordine mondiale. Nessun ingombro previsto dato dai cadaveri perché saranno sempre funzionanti i templi crematori. Ci è stato detto, ma eravamo distratti dalle banalità politiche quotidiane o da eventi prodotti per sviare l’attenzione dai piani del nostro annientamento.
Informazione. Per quale arcano motivo il Pentagono dà 9 milioni di dollari all’agenzia di stampa britannica Reuters, con sede a Londra? Perché quella è l’Agenzia madre da cui partono le notizie per le altre agenzie di provincia (come la nostra Ansa), fonte primaria per i giornali che veicolano le quotidiane insulsaggini. Ciascuno tragga le proprie conclusioni riguardo all’informazione propinataci dai media. Ciascuno tragga le proprie conclusioni riguardo all’informazione propinataci dai media. Si legge che quei soldi sono un finanziamento alla Reuters per realizzare progetti di ingegneria sociale. Interessante, no?
Gaza e altro. Perché nessuna delle istituzioni internazionali interviene sui crimini efferati che si protraggono da mesi in quella martoriata lingua di terra? E che dire del silenzio assordante delle innumerevoli personalità della categoria vip su un genocidio peggiore di quelli noti? Forse perché in questo mondo e in questo momento nessuno sotto il cielo è in grado di opporsi ai voleri divini dei ricchi ed eletti signori del Talmud? Lo schema è ben strutturato: cambiano gli inquilini nei palazzi del potere, ma i personaggi che si avvicendano davanti alle telecamere sono soltanto mere comparse con un copione da recitare in cambio di una notorietà di qualche anno. I conclamati fumosi e fittizi cambiamenti sono mosse diversive sulla scacchiera della soluzione finale. Qualche tensione all’interno del sinedrio non è evitabile dato l’obiettivo da raggiungere e il bottino da spartire, ma il piano resta unico. E irreversibile. Esasperare le posizioni e fingere contrasti fa parte della sceneggiatura del lungometraggio giunto alle scene finali. Vertigine dell’impazienza! Avanti ormai a passi forzati nelle tappe finali che si vogliono spasmodicamente accelerare, procurando allarmi continui per intimorire e diffondere paura e terrore, al fine di devastare e paralizzare le coscienze. I sommi sacerdoti del kippah e del taled celano male la loro gran fretta e hanno diramato i dispacci conclusivi ai loro galoppini perché i tempo messianico sta per compiersi!
Con una qualche artificiosa cautela si nasconde la cavalcata verso il trionfo con le insulse notizie di attualità, tese a mascherare una tessitura che va ben oltre la geopolitica della guerra e il globalismo finanziario del debito perpetuo. Disorientati dalle fumosità delle battute quotidiane ad effetto e dalle sortite istrioniche dei protagonisti del momento, i teleutenti neppure sono sfiorati dal disegno architettato da tempo e che ora è allo stadio ormai ultimo.
Il fatto è che convergono due circostanze assolutamente uniche, senza precedenti. In primis, sta uscendo dalla ristretta cerchia dei filosofi (quanto meno di quelli non di corte) il regolamento di conti con la Tradizione di cui siamo figli. Quella a lungo raccontata con linguaggio religioso. Gli spiriti liberi hanno aperto una breccia e i Pochi non sono ormai più in grado di rendere credibile la narrazione millenaria da loro creata sulla divinità di inchistro e pergamene. Inoltre e come conseguenza, cosa accadrà quando alcune verità dirompenti valicheranno le stanze della filosofia e proveranno a descrivere una visione dell’Uomo areligiosa e metascientifica circa la divinità dalla Natura Umana? Siamo al crollo dell’ultimo dogma? Sì, credo proprio che sia così.
Ecco dunque. Acquisito questo presupposto, non toccati dai fumi del disorientamento strategico per camuffare quel che sta realmente accadendo, si è in grado di capire che voler convergere l’attenzione sulle questioni geopolitiche e l’emergenza militare serve a nascondere le vere sconvolgenti questioni affacciatesi prepotentemente negli ultimi anni. All’homo televisivus è stata asportata la parte del lobo che genera le domande e perciò assorbe senza reazione encefalica tutto quanto gli è raccontato in video e in audio. Gli viene chiesto solo di rimanere in una perenne inquietudine, in uno stato ansioso e ansiogeno, docilmente obbediente ai dettami impartiti. Essendogli stati asportati il gusto delicato e il fine olfatto propri dell’intelligenza e della fiducia in se stesso, il credulone beve ogni porcheria gli venga somministrata. L’opera di intrattenimento davanti allo schermo serve infatti come test continuo sulla sua capacità di ingurgitare menzogne e applaudire alla bravura di chi gliele confeziona spudoratamente come verità.
Contro ogni evidenza, ci sono tuttavia i germogli di una primavera che segni la fine della millenaria disumanità. Ma come viverla questa inquietante transitorietà? Come dicevo, si tende quasi sempre a chiedersi: Cosa fare? Il Patriota evoluto preferisce interrogarsi su: Chi essere? Partendo dalla cura dei propri pensieri e dalla coltivazione dell’intelligenza emotiva. Chi tuttavia è ancora accecato dalla logica del fare potrebbe dar corso all’opera improrogabile di fare pulizia! Prodigarsi nell’impegno di liberazione da secoli di menzogne e per riscrivere la storia, quanto meno quella scritta prevalentemente in caratteri prima ambiguamente religiosi e poi massonici, volta alla rimozione del messaggio d’amore del Profeta di Nazareth. Fare sì, pulizia! Dei killer seriali che hanno armi, movente e occasione per assassinare – o tentare di farlo – la spiritualità vera dell’umanità e fare in modo di non cadere nelle loro trappole per atterrire corpi e anime con il veleno della paura.
Gesù di Nazareth, messo a morte! Baruch Spinoza, maledetto! Dopo più di due millenni siamo alla caduta dell’ultimo dogma? Come ho anticipato, tratterò di questo argomento altrove. Se a qualcosa può servire, quasi con incontenibile ossessione, rinnovo l’invito: Prepararsi all’impatto!
Avrei amato [quegli] uomini anche contro la loro volontà. Solo cessando di esserlo hanno potuto sottrarsi al mio affetto (J.J. Rousseau).